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di Jessica Turk

IL PALAZZO INCANTATO


Il Re di Saturno aveva un figlio di nome Mikael e passava tutto il giorno a leggere libri.
Leggeva, sempre chiuso nella sua stanza, usciva soltanto per mangiare; di rado lo si vedeva girare nel giardino.
Un giorno, l'esploratore del Re, giovane e svelto, che era stato bambino con il principe, disse al Re:
"Mi permette, Maestà, di andare a far visita a Mikael? E' tanto che non lo vedo!"
"Va' pure" disse il Re.
Mikaele, appena l'esploratore entrò nella sua camera, lo salutò e gli chiese subito se poteva fare un viaggio con lui esplorando le lune di Spalaton. Una settimana dopo erano pronti per la partenza.
I motori rombavano e la navicella volava nell'universo oscuro. Alla sera atterrarono su Spalaton e presero subito ad esplorare le zone più interne del pianeta. Entrarono in un fitto bosco con tanti tipi di animali. Mikael vide un animale strano, simile a un colibrì. Lo rincorse con così tanta attenzione, che si perse. Iniziò a correre di qua e di là finchè non vide un palazzo. Si avvicinò curioso ed a un tratto le porte si aprirono scoprendo un salone enorme. Entrò incerto e si bloccò subito alla vista di una donna velata che, con timidezza, lo invitò a sedersi con lei per gustare tutte le prelibatezze che le sue dodici damigelle avevano portato.
Il ragazzo si sedette e si chiese chi fosse quella bella principessa dai lunghi capelli biondi.
La ragazza avvicinò la sua mano a quella del principe che a sua volta avvicinò la sua.
Lei gli diede tre piccoli cofanetti chiusi da un lucchetto. Il ragazzo era curioso ma non disse nulla.
Alla sera Mikael andò a letto e pochi istanti dopo lo raggiunse la principessa. Si ripeté la stessa cosa il giorno dopo.
Il terzo giorno, alla sera Mikael andò a letto, e come le sere prima la principessa lo raggiunse. Lui allungò la mano per scoprirle il viso ma intravide gli occhi di lei, quasi in lacrime.
Scoccò la mezzanotte e i tre cofanetti vicino a loro si aprirono. All'interno di ognuno c'era una perla illuminata. Le tre perle si librarono nell'aria e andarono a incastrarsi nei tre fori vuoti della corona della principessa. Il velo scomparì e rivelò una principessa bella come il sole che disse:
"Hai rotto la mia maledizione, non hai alzato il velo per tre giorni e ora io sarò la tua sposa".
Mikael tornò a Saturno e celebrò le sue nozze con accanto le dodici damigelle.
 

IL FAZZOLETTO DEI DESIDERI
 

C'erano una volta, in un villaggio, una donna e un uomo innamorati.
Lei era alta e magra e portava sempre un vestito dai mille colori, aveva lunghi capelli neri e un sorriso che avvolgeva chiunque.
Lui era alto e biondo, sempre indaffarato nel giardinetto della loro casa.
In tutto il villaggio erano conosciuti per la loro bontà e gentilezza e per la loro figlia Madlenn, di quindici anni, dai capelli come l'oro e il sorriso di una fata.
Il primo giorno di agosto, Daniele e Lucia, fecero un regalo alla figlia per festeggiare i suoi sedici anni: le regalarono un fazzoletto azzurro, come il colore dei suoi occhi, e le dissero:
"Portalo sempre con te e noi ti saremo sempre vicino, ricordalo".
"Stai tranquilla mamma, non lo toglierò mai" e lo legò attorno al polso.
Nel frattempo, in un castello abbandonato, al di là del bosco, una strega dai capelli lunghi e argentei, stava osservando la scena, nel suo pozzo della memoria.
"Guarda guarda, una ragazza con un potere di gran lunga troppo potente per lei, che se ne va in giro tutta sola per il villaggio. Devo avere quel fazzoletto!"
"Subito sua perfidia" disse un ometto dall'aspetto tetro. "Aspetta un attimo Sidius, mi è venuta un'idea che ci frutterà molto di più".
Arrivata la sera, Madlenn stava tornando a casa, quando un ragazzo si presentò davanti a lei, e disse: "Aspetta, ti va di passeggiare nel bosco con me?"
"Non posso, devo avvisare i miei genitori".
"Non serve, li ho già avvertiti io, allora, andiamo?"
E si incamminarono per un sentiero nel bosco. "Come ti chiami?" chiese Madlenn.
"Richard, andavamo all'asilo assieme, ti ricordi? "No, mi dispiace".
"Non importa. Senti è da un po' che guardo quel fazzoletto, è molto bello"
"Me l'hanno regalato i mie genitori". Dopo qualche secondo di silenzio, Richard fece una domanda: "Ti va di vedere un sogno?" Chiese Richard fermandosi. "Ma è impossibile vedere un sogno". "Prova a chiudere gli occhi". All'improvviso, il bosco scomparve.
Madlenn aprì gli occhi e vide un mondo completamente diverso da quello in cui si trovava due secondi prima. Il sole brillava alto e, attorno a loro, mille farfalle volavano, sfoggiando i loro colori. L'aria era calda e profumava di rosa.
Madlenn e Richard si incamminarono lungo un sentiero, fiancheggiato da un fiume.
Ad un tratto, Madlenn si fermò: davanti a lei sorgeva un albero grandissimo e da una crepa uscì un folletto azzurro dalle piccole ali: "Dove vai? Di qui passare non potrai!" disse il folletto.
"Non voglio farti niente- disse Madlenn- stavo soltanto camminando per questo sentiero".
Il folletto stava per risponderle, quando vide il fazzoleto: "Tu porti il fazzoletto dei desideri, allora puoi passare, ma stai attenta agli avventurieri, che i desideri possono attirare".
"Andiamo via di qui" disse Richard. Seguì qualche minuto di silenzio, poi Madlenn disse:
"Cosa intendeva dire il folletto?" "Che devi stare attenta a certe persone"
"Ma quali persone?" disse Madlenn in tono un po' ironico.
"Per esempio- disse Richard- alle persone come me" e Richard da bel ragazzo che era, si trasformò in un ometto tetro. In quello stesso istante, comparve la strega dai capelli argentei con un sorriso che metteva paura. "Chi siete?" chiese Madlenn, impaurita.
"Non importa chi siamo o chi sono, ma cosa voglio…il tuo fazzoletto che, grazie a tua madre, io non posso toccarlo ed è per questo che mi servi tu". "Io? Il mio fazzoletto? Ma non ha alcun valore questo fazzoletto!" "Prova a chiudere gli occhi e pensare ai tuoi genitori" disse la strega con spietatezza. Madlenn chiuse gli occhi, questa volta non vide un paese incantato, ma un castello ma davanti a lei c'erano i suoi genitori, incatenati alla parete.
Riaprì gli occhi, si trovava ancora all'interno del castello e, vicino a lei, c'erano la strega e Sidius.
"Ora hai capito?- disse la strega- il fazzoletto è stato creato dai folletti azzurri e ha la capacità di esprimere i desideri di chi lo indossa e io voglio quel fazzoletto".
"Ma tu chi sei?" chiese nuovamente Madlenn. "E' mia sorella" disse Lucia. "Quando eravamo piccole, eravamo molto diverse e così lei decise di percorrere un'altra strada, che ci avrebbe divise". "Puoi distruggerla! Esprimi un desiderio!" urlò suo padre. "Io desidero…"
"No! Non farlo!" urlò la strega. "Io desidero…" "Sidius! Impediscile di esprimere il desiderio!"
"Io desidero…che tu sappia amare!" Il tempo si fermò e dagli occhi della strega scese una lacrima e lei cadde a terra, svenuta. Sidius si trasformò nel ragazzo che era una volta e le catene, che tenevano Lucia e Daniele imprigionati, scomparvero. "Andiamo a casa" disse Daniele.
Il giorno dopo, in quella piccola casetta, non c'erano più tre persone, ma cinque.
Madlenn conobbe per la prima volta sua zia, non per come era diventata ma per quello che era una volta e visse accanto alle persone che amava di più, compreso Richard.