IL PALAZZO INCANTATO
Il Re di Saturno aveva un figlio di nome Mikael e passava tutto il giorno a
leggere libri.
Leggeva, sempre chiuso nella sua stanza, usciva soltanto per mangiare; di
rado lo si vedeva girare nel giardino.
Un giorno, l'esploratore del Re, giovane e svelto, che era stato bambino con
il principe, disse al Re:
"Mi permette, Maestà, di andare a far visita a Mikael? E' tanto che non lo
vedo!"
"Va' pure" disse il Re.
Mikaele, appena l'esploratore entrò nella sua camera, lo salutò e gli chiese
subito se poteva fare un viaggio con lui esplorando le lune di Spalaton. Una
settimana dopo erano pronti per la partenza.
I motori rombavano e la navicella volava nell'universo oscuro. Alla sera
atterrarono su Spalaton e presero subito ad esplorare le zone più interne
del pianeta. Entrarono in un fitto bosco con tanti tipi di animali. Mikael
vide un animale strano, simile a un colibrì. Lo rincorse con così tanta
attenzione, che si perse. Iniziò a correre di qua e di là finchè non vide un
palazzo. Si avvicinò curioso ed a un tratto le porte si aprirono scoprendo
un salone enorme. Entrò incerto e si bloccò subito alla vista di una donna
velata che, con timidezza, lo invitò a sedersi con lei per gustare tutte le
prelibatezze che le sue dodici damigelle avevano portato.
Il ragazzo si sedette e si chiese chi fosse quella bella principessa dai
lunghi capelli biondi.
La ragazza avvicinò la sua mano a quella del principe che a sua volta
avvicinò la sua.
Lei gli diede tre piccoli cofanetti chiusi da un lucchetto. Il ragazzo era
curioso ma non disse nulla.
Alla sera Mikael andò a letto e pochi istanti dopo lo raggiunse la
principessa. Si ripeté la stessa cosa il giorno dopo.
Il terzo giorno, alla sera Mikael andò a letto, e come le sere prima la
principessa lo raggiunse. Lui allungò la mano per scoprirle il viso ma
intravide gli occhi di lei, quasi in lacrime.
Scoccò la mezzanotte e i tre cofanetti vicino a loro si aprirono.
All'interno di ognuno c'era una perla illuminata. Le tre perle si librarono
nell'aria e andarono a incastrarsi nei tre fori vuoti della corona della
principessa. Il velo scomparì e rivelò una principessa bella come il sole
che disse:
"Hai rotto la mia maledizione, non hai alzato il velo per tre giorni e ora
io sarò la tua sposa".
Mikael tornò a Saturno e celebrò le sue nozze con accanto le dodici
damigelle.
IL FAZZOLETTO DEI DESIDERI
C'erano una volta, in un villaggio, una donna e un uomo innamorati.
Lei era alta e magra e portava sempre un vestito dai mille colori, aveva
lunghi capelli neri e un sorriso che avvolgeva chiunque.
Lui era alto e biondo, sempre indaffarato nel giardinetto della loro casa.
In tutto il villaggio erano conosciuti per la loro bontà e gentilezza e per
la loro figlia Madlenn, di quindici anni, dai capelli come l'oro e il
sorriso di una fata.
Il primo giorno di agosto, Daniele e Lucia, fecero un regalo alla figlia per
festeggiare i suoi sedici anni: le regalarono un fazzoletto azzurro, come il
colore dei suoi occhi, e le dissero:
"Portalo sempre con te e noi ti saremo sempre vicino, ricordalo".
"Stai tranquilla mamma, non lo toglierò mai" e lo legò attorno al polso.
Nel frattempo, in un castello abbandonato, al di là del bosco, una strega
dai capelli lunghi e argentei, stava osservando la scena, nel suo pozzo
della memoria.
"Guarda guarda, una ragazza con un potere di gran lunga troppo potente per
lei, che se ne va in giro tutta sola per il villaggio. Devo avere quel
fazzoletto!"
"Subito sua perfidia" disse un ometto dall'aspetto tetro. "Aspetta un attimo
Sidius, mi è venuta un'idea che ci frutterà molto di più".
Arrivata la sera, Madlenn stava tornando a casa, quando un ragazzo si
presentò davanti a lei, e disse: "Aspetta, ti va di passeggiare nel bosco
con me?"
"Non posso, devo avvisare i miei genitori".
"Non serve, li ho già avvertiti io, allora, andiamo?"
E si incamminarono per un sentiero nel bosco. "Come ti chiami?" chiese
Madlenn.
"Richard, andavamo all'asilo assieme, ti ricordi? "No, mi dispiace".
"Non importa. Senti è da un po' che guardo quel fazzoletto, è molto bello"
"Me l'hanno regalato i mie genitori". Dopo qualche secondo di silenzio,
Richard fece una domanda: "Ti va di vedere un sogno?" Chiese Richard
fermandosi. "Ma è impossibile vedere un sogno". "Prova a chiudere gli
occhi". All'improvviso, il bosco scomparve.
Madlenn aprì gli occhi e vide un mondo completamente diverso da quello in
cui si trovava due secondi prima. Il sole brillava alto e, attorno a loro,
mille farfalle volavano, sfoggiando i loro colori. L'aria era calda e
profumava di rosa.
Madlenn e Richard si incamminarono lungo un sentiero, fiancheggiato da un
fiume.
Ad un tratto, Madlenn si fermò: davanti a lei sorgeva un albero grandissimo
e da una crepa uscì un folletto azzurro dalle piccole ali: "Dove vai? Di qui
passare non potrai!" disse il folletto.
"Non voglio farti niente- disse Madlenn- stavo soltanto camminando per
questo sentiero".
Il folletto stava per risponderle, quando vide il fazzoleto: "Tu porti il
fazzoletto dei desideri, allora puoi passare, ma stai attenta agli
avventurieri, che i desideri possono attirare".
"Andiamo via di qui" disse Richard. Seguì qualche minuto di silenzio, poi
Madlenn disse:
"Cosa intendeva dire il folletto?" "Che devi stare attenta a certe persone"
"Ma quali persone?" disse Madlenn in tono un po' ironico.
"Per esempio- disse Richard- alle persone come me" e Richard da bel ragazzo
che era, si trasformò in un ometto tetro. In quello stesso istante, comparve
la strega dai capelli argentei con un sorriso che metteva paura. "Chi
siete?" chiese Madlenn, impaurita.
"Non importa chi siamo o chi sono, ma cosa voglio…il tuo fazzoletto che,
grazie a tua madre, io non posso toccarlo ed è per questo che mi servi tu".
"Io? Il mio fazzoletto? Ma non ha alcun valore questo fazzoletto!" "Prova a
chiudere gli occhi e pensare ai tuoi genitori" disse la strega con
spietatezza. Madlenn chiuse gli occhi, questa volta non vide un paese
incantato, ma un castello ma davanti a lei c'erano i suoi genitori,
incatenati alla parete.
Riaprì gli occhi, si trovava ancora all'interno del castello e, vicino a
lei, c'erano la strega e Sidius.
"Ora hai capito?- disse la strega- il fazzoletto è stato creato dai folletti
azzurri e ha la capacità di esprimere i desideri di chi lo indossa e io
voglio quel fazzoletto".
"Ma tu chi sei?" chiese nuovamente Madlenn. "E' mia sorella" disse Lucia.
"Quando eravamo piccole, eravamo molto diverse e così lei decise di
percorrere un'altra strada, che ci avrebbe divise". "Puoi distruggerla!
Esprimi un desiderio!" urlò suo padre. "Io desidero…"
"No! Non farlo!" urlò la strega. "Io desidero…" "Sidius! Impediscile di
esprimere il desiderio!"
"Io desidero…che tu sappia amare!" Il tempo si fermò e dagli occhi della
strega scese una lacrima e lei cadde a terra, svenuta. Sidius si trasformò
nel ragazzo che era una volta e le catene, che tenevano Lucia e Daniele
imprigionati, scomparvero. "Andiamo a casa" disse Daniele.
Il giorno dopo, in quella piccola casetta, non c'erano più tre persone, ma
cinque.
Madlenn conobbe per la prima volta sua zia, non per come era diventata ma
per quello che era una volta e visse accanto alle persone che amava di più,
compreso Richard.
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