Lezione partecipata, tempo scuola: 1h  
  
    
    Dopo aver sottolineato la necessità di 
    conoscere i termini della questione per poter sviluppare un pensiero 
    razionale, la docente consiglia la lettura di un agevole testo sul problema 
    dell’immigrazione P. STALKER, L’immigrazione, Roma 2003. Con domande mirate 
    ella cercherà poi di chiarire alcuni concetti basilari, per favorire un 
    giusto approccio alla questione.  
    In questa fase si porta a termine la riflessione sul pregiudizio: non solo 
    si è dimostrata l’arbitrarietà del processo di generalizzazione (fase 2), 
    vengono confutati gli stessi contenuti espressi nelle premesse universali. 
     
    - Chi è l’immigrato? Distinzione tra flussi e gruppi e, all’interno 
    di questi ultimi, tra diverse tipologie e permanenze: 
     
    1) lavoratori a contratto: vengono chiamati per lavori stagionali; 
    2) professionisti: sono impiegati nelle associazioni internazionali; 
    3) rifugiati e richiedenti asilo politico (molti non sono rifugiati per 
    ragioni politiche, quanto per ragioni economiche); 
    4) lavoratori senza documenti: sono gli illegali (percentuale esigua)”.  
     
    - Quanti sono gli immigrati? Il 3 % della popolazione mondiale (150 
    milioni di persone ). Molto spesso la conoscenza delle reali proporzioni del 
    fenomeno comporta il suo automatico ridimensionamento.  
     
    - Vantaggi e svantaggi dell’immigrazione  
     
    La docente disegna una tabella alla lavagna, con due colonne (una relativa 
    agli svantaggi e una ai vantaggi dell’immigrazione), chiedendo agli studenti 
    di elencare gli elementi richiesti (nella lezione effettuata, con grande 
    puntualità, i ragazzi hanno rilevato gli svantaggi più diffusi: gli 
    extracomunitari “ruberebbero il lavoro”, “sarebbero tutti criminali”, 
    “vivrebbero d’assistenza pubblica”. Con maggiore difficoltà hanno poi 
    elencato i vantaggi. Anche questo elemento svela come in società si tenda a 
    sottolineare soprattutto gli esiti negativi della convivenza: 
      
      
        | 
           
        Svantaggi   | 
        
         
        Vantaggi  | 
       
      
        | 
         
        -Criminalità 
        
        -Lavoro sottratto 
        agli italiani 
        
        -Richiesta di 
        assistenza allo Stato  
        
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        -Sono consumatori quindi rappresentano uno stimolo per l’economia; 
        -Ringiovaniscono la popolazione; 
        -Confronto culturale 
        -Si dedicano a lavori che sono rifiutati dagli italiani (dangerous,
        dirty, difficult) 
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    Momento 2:  
    Tramite alcuni passi tratti dai romanzi sull’immigrazione, la docente 
    confuta gli svantaggi rilevati. Così facendo non solo si avvicina i discenti 
    alla lettura diretta di tali testi, ma si sfrutta anche il valore emotivo, 
    affettivo della narrazione. La lettura e la riflessione sulle difficoltà 
    incontrate dagli extracomunitari, sui soprusi che devono subire, sulla 
    pessima accoglienza che viene loro offerta spingeranno i lettori a 
    riconsiderare le proprie convinzioni di partenza.  
     
    - Svantaggio:  
     
    - Criminalità: 
     
    Lettura dei brani tratti da Immigrato di S. Methnani e M. Fortunato, Milano 
    1990:  
    “Ho rivisto in successione i miei giorni in città. Ho rivisto un me stesso 
    che, a poco a poco, si andava tramutando in tutto ciò che ho sempre odiato e 
    temuto. Mi vedevo trasformato in un tossico in un pusher… . Era così facile, 
    così immediato scivolare lungo quella china. Nessuno ne avrebbe avuto 
    colpa…, solo quel mio bisogno elementare di avere un’identità”. 
     
    “Quello che temevo, a Tunisi, si stava realizzando puntualmente. Intorno a 
    me, discorsi di droga e di carcere. Violenza, emarginazione, solitudine: ho 
    paura che il cerchio possa chiudersi, che anch’io diventi un piccolo punto 
    della circonferenza…. Io stesso, il colore della mia pelle, la mia lingua, 
    il modo in cui ho preso a vestirmi: tutto fa parte di un paesaggio che 
    comincio a odiare, e che è il mio paesaggio… Già spuntano gruppi di persone 
    che odiano gli immigrati e che firmano i loro volantini con il nome di 
    Brigate Goebbels” 
     
    Le precarie condizioni di vita sopportate da molti immigrati, li spingono 
    spesso a pratiche illegali e attività criminali. Lontano da casa, dai propri 
    affetti, in un paese di cui non conoscono la lingua, le usanze, la cultura e 
    che li emargina, gli stranieri sono spinti dalla fame o dalla disperazione a 
    commettere degli errori.  
     
    - Lavoro rubato: 
     
    Lettura del brano tratto da Volevo diventare bianca, N. Chora, Roma 1993:
     
    “Ebbene sì, facevo la cameriera. Del resto, già allora avevo intuito che le 
    “Madames” erano sempre bianche e che una ragazza con la pelle nera e i 
    capelli crespi finiva per essere agli occhi di tutti perfetta per fare la 
    cameriera, o al massimo la bambinaia” 
     
    Non è proprio vero che il lavoro viene “rubato” dagli immigrati. Essi si 
    adattano a svolgere mansioni che nessun europeo accetterebbe. Sono i 
    cosiddetti “lavori delle 3D” (dangerous, difficult, dirty = pericolosi, 
    difficili, sporchi). Gli operai extraeuropei sono costretti, per mantenersi, 
    ad accettare condizioni pessime: i datori di lavoro possono licenziarli 
    senza motivo, percepiscono una paga molto inferiore a quella degli altri 
    lavoratori, non sono assicurati… .  
     
    - Assistenza gratuita da parte dello Stato:  
     
    Brani tratti dal romanzo di Pap Khouma, Io, venditore di elefanti, 
    Milano 1990 
     
    “Il guaio è che noi non possiamo mai difenderci, perché siamo clandestini e 
    la legge è contro di noi. Tutti lo sanno. Anche quel signore elegante che 
    una sera ci ricatta…”. 
    “L’anno nuovo, il 1987, ci regala la famosa legge. Non era un trucco per 
    rispedirci tutti a casa come sostenevano i miei compagni…Non siamo più 
    ombre, fantasmi, clandestini. Siamo uomini. Persino la nostra associazione 
    prende coraggio. Al Centro islamico, dove ci mettono a disposizione una 
    sala, i ragazzi sono tanti. I sindacalisti danno spiegazioni, informano sui 
    documenti necessari”. 
    “Mi dispiace dirlo, ma dopo l’arrivo dei permessi di soggiorno, non 
    tocchiamo il cielo con un dito. La clandestinità è finita, ma […] il nostro 
    commercio è vietato e ci procura un mucchio di guai. Anzi, grazie ai diritti 
    che abbiamo conquistato, i guai si moltiplicano. Sia il poliziotto sia il 
    vigile sono diventati molto suscettibili…” 
     
    Molti immigrati illegali preferiscono non usufruire delle agevolazioni 
    statali, per non essere costretti a fornire le proprie generalità. Solo le 
    coppie con figli molto piccoli, per non esporre i neonati ad ulteriori 
    rischi, ricorrono all’assistenza pubblica.   |