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Capitolo sesto: dove Berthon scopre la malattia dei libri sbiaditi.

Berthon uscì di corsa dalla sala di Danusia l'alchimista: un'avventura più avventurosa non gli era mai capitata! Ma non sapeva certo cosa lo attendeva nella sala successiva... Uscì dunque di corsa dalla sala tutta nera ed entrò di corsa in una sala tutta gialla e là si bloccò di scatto: gli si era parato di fronte un buffo omino con un cespuglio giallo sulla testa e in mezzo un nido paglierino con due uccellini allegramente cinguettanti; sulla spalla stava aggrappato un pappagallo variopinto tutto impettito.
- Chi ti ha dato il permesso di entrare qua dentro?- chiese l'omino con una strana vocina squillante.
Fu così che il nostro Berthon fece la conoscenza di Elettricitone, l'inventore testone del monastero, e del suo laboratorio. Certo, il ragazzo davvero quella volta dubitò di trovarsi in una biblioteca, perché, in quella sala, libri ce n'erano pochini e abbondavano invece progetti, carte, idee, strampalati oggetti sparsi qua e là, in un disordine straordinario.
Ma piacque a Berthon quella sala, dal folgorante colore giallo. Metteva allegria dopo aver visitato l'oscuro antro di Danusia Topazia.
Il ragazzo, fra tutte quelle cianfrusaglie, venne attratto da un libro dall'affascinante titolo di "Manuale di Magia Gialla" e stava appunto allungando la mano per prenderlo, quando "toc!", una bacchettata di Elettricitone glielo impedì.
- Bimbo, se vuoi quel libro, devi darmi quello che tieni nascosto nella mano sinistra.
Berthon aprì la mano ed ecco risplendere il raggio di sole che, ricordate, aveva conquistato con l'avventura di Theo.
L'inventore, assunta un'aria misteriosa, cominciò a raccontare al bambino:
- Devi sapere che nella biblioteca si è diffusa una terribile malattia, sconosciuta ai nostri medici, che colpisce i libri e li rende sbiaditi, cancellando rapidamente titoli, lettere, figure..
- Un deserto di pagine bianche! - disse terrorizzato Il bambino.
Elettricitone assentì tristemente e proseguì:
- Decifrando un antichissimo manoscritto ho scoperto che un sistema c'è per salvare i libri: bisogna creare la Luce Elettrica. E tu mi puoi aiutare!
L'inventore spiegò a Berthon cosa doveva fare: il ragazzo corse da Danusia, si fece dare una goccia di vetro e la consegnò a Elettricitone; egli prese a soffiare la goccia, proprio come i mastri vetrai di Venezia: e soffia, soffia... il vetro si gonfiò fino a formare una piccola sfera.
- E ora? -chiese Berthon con gli occhi spalancati
- E ora bisogna imprigionare il raggio di sole nella sfera. Ma ci vuole la formula giusta.
E sfogliando il Manuale di Magia Gialla trovò la formula adatta:
"Luce è, luce sarà, se non sarà luce, si illuminerà!"
Elettricitone, dopo un attimo, gridò “Eureka!”, il raggio di sole era infatti entrato nella sfera ma...
Madre Natura è più forte della scienza e non si lascia imprigionare dall'uomo. Dopo pochi secondi, "boom!", tutto scoppiò e il raggio di sole si sbriciolò in una polverina dorata.
Berthon lasciٍ Elettricitone tutto annerito e, uscendo dalla sala, si accorse di avere nel pugno una polvere gialla.

Dovete sapere, miei piccoli lettori, che Berthon era rimasto impressionato dal problema dei libri sbiaditi a tal punto da rivolgersi direttamente ai bambini di Fantalibro per chiedere aiuto. Scrisse dunque la lettera che potete qui leggere e, incoraggiato, proseguì la sua avventura nella biblioteca del monastero.