Caratteri e manifestazioni della volontà di
vivere
Il tema della libertà e della volontà di vivere
viene trattato anche da Arthur Shopenhauer, nato a Danzica il 22 febbraio 1788.
Shopenhauer afferma che dire che l’essere è Volontà equivale a dire che l’essere
è dolore; infatti, volere significa desiderare, e desiderare vuol dire trovarsi
in uno stato di tensione e di mancanza, che nessun appagamento può colmare.
Il filosofo introduce il concetto della Volontà di vivere parlando prima della
scoperta della via d’accesso alla cosa in sé; cioè alla realtà assoluta. Il
mondo delle rappresentazioni per Schopenhauer è un velo illusorio, detto “velo
di Maya” secondo l’antica sapienza indiana, perché nasconde la vera realtà. Di
sicuro Schopenhauer pensa di aver trovato la via d’accesso al noùmeno (cosa in
sé) ma,dal momento che noi siamo coperti dal “velo di Maya” con la
rappresentazione,come possiamo arrivare all’assoluto,alla cosa in sé? La cosa in
sé di cui parla Shopenhauer non è un concetto-limite che ci ricorda i confini
della conoscenza,ma una realtà assoluta che si nasconde dietro la trama del
fenomeno; realtà che egli ritiene conoscibile. Infatti, dice, se fossimo solo
conoscenza, cioè “una testa d’angelo alata” senza corpo, non usciremmo mai dal
mondo fenomenico, cioè da una rappresentazione esteriore di noi e delle cose.
Ma, avendo un corpo, ci limitiamo a vederci dal di fuori ma ci “viviamo”anche
dal di dentro godendo e soffrendo, afferrando così la cosa in sé, l’essenza del
nostro io che è la “volontà di vivere”, di agire.
Infatti il nostro corpo è la manifestazione esteriore dei nostri desideri
interiori. Es: l’apparato digerente è l’aspetto fenomenico della volontà di
nutrirsi, l’apparato sessuale è la volontà di accoppiarsi…E quindi il mondo dei
fenomeni è la volontà che si manifesta a se stessa nello spazio e nel tempo,da
cui il titolo della sua opera : “Il mondo come volontà e rappresentazione”.
La volontà di vivere è anche l’essenza di tutte le cose, la cosa in sé
dell’universo, anche se in forme diverse e secondo gradi di consapevolezza
diversi, dalla materia organica all’uomo.
La volontà di vivere, essendo al di là del fenomeno e delle sue forme –
spazio,tempo e causa – ha caratteri diversi da quelli della rappresentazione e
cioè essa è:
-
Inconscia, poiché la
consapevolezza e l’intelletto sono solo sue manifestazioni secondarie e
quindi la Volontà è energia, impulso (per questo egli la attribuisce anche
alla materia inorganica).
-
Unica, perché, essendo al
di fuori dello spazio e del tempo, non ha “il principio di individuazione”;
essa è qua come là.
-
Eterna, ed
indistruttibile (essendo al di fuori del tempo), un Principio senza inizio
né fine,per cui il durare dell’universo nel tempo è come “un pomeriggio
eterno senza tramonto refrigerante”.
-
Essendo fuori della
categoria di causa, essa è una Forza libera e cieca ossia un’Energia
incausata , senza un perché e senza uno scopo.
Infatti noi possiamo cercare
la ragione di una manifestazione fenomenica della Volontà, ma non della Volontà
in se stessa,perché la Volontà primordiale non ha una meta oltre se stessa: la
vita vuole la vita. L’unica crudele verità sul mondo è che tutti gli esseri
vivono e continuano a vivere anche se l’uomo ha finalizzato la sua vita in Dio.
Ma Dio per Schopenhauer non esiste in quanto l’unico Assoluto è la Volontà
(unica,eterna,incausata), attributi che da sempre si sono attribuiti a Dio.
Questa Volontà si manifesta in due fasi: nella prima essa si oggettiva in forme
senza spazio né tempo che egli chiama “idee”, nella seconda fase si oggettiva
nei vari individui che sono la moltiplicazione delle idee, le quali fanno a
modello ai singoli esseri.
Il mondo delle realtà naturali hanno molti gradi messi in ordine ascendente: in
basso abbiamo le forze della natura, poi le piante e gli animali ed infine
l’uomo. In lui la Volontà diviene consapevole, ma perde in sicurezza poiché la
ragione, guida della vita, è meno efficace dell’istinto e quindi l’uomo è sempre
“un animale malaticcio”.
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