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		SEI SCOUT? 
 
 
Siete mai andati per città o in 
		
		Carso e avete incontrato dei strani ragazzi in 
pantaloncini corti, con dei fazzoletti colorati addosso e sulle spalle enormi 
zaini e chitarre? Ebbene, avete avuto l’onore di osservare degli scout in 
preparazione a un’uscita. 
Se vi siete spaventati al primo impatto, non posso darvi torto, perché dovete 
sapere che noi da bravi lupetti siamo alquanto rozzi: camminiamo come minimo 
		quattro 
ore, sotto la pioggia o il sole, in strada o per i sentieri, insomma non ci 
facciamo molti problemi. In pochissimo tempo montiamo le tende e non poche volte 
ci è capitato di dimenticare qualche pezzo ma anche in queste occasioni 
riusciamo a cavarcela, sostituendo pali o picchetti con rami o tappando i buchi 
del sovra-telo con le giacche. E finalmente, dopo esserci saziati, tutti insieme 
ci ritroviamo intorno alla luce di qualche lumo-gas a cantare e divertirci con 
dei giochi infantili ma movimentati (dovete tener conto che la temperatura in Carso nella notte è di circa 5° e indossiamo soltanto un giaccone!). 
La sveglia è terribile: dopo una freddissima notte passata la maggior parte delle 
volte insonne per colpa di qualche radice sotto la schiena, provate a immaginare 
le facce sconvolte della gente alle sette di mattina che esce dalle tende e viene 
trafitta da un’aria gelida. 
Anche se nel corso della mattinata non si fa un granché a parte qualche 
strimpellata di chitarra e alcuni giochi, è già ora di preparare il pranzo: 
usando una pentola ammaccata e una padella non più anti-aderente, ci saziamo con 
un piatto di pasta al pomodoro insieme a qualche filo d'erba. 
Non si ha neanche finito di chiudere il fornelletto, che bisogna tornare in 
città: di solito si prende il bus che è quasi sempre vuoto a causa di un odore 
di scout sudati e sporchi di sugo e chissà cos’altro che percorre l’intero 
mezzo. 
Secondo me, la parte meno piacevole è l’arrivo a casa. | 
	 
 
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