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Il porto nel 1890L'influenza austriaca su Trieste risale alla fine del 1300, quando, la minaccia dell'espansionismo veneziano, costrinse, quello che fino ad allora,era un libero comune, a chiedere protezione al Duca Leopoldo III d'Asburgo.
Grazie a questo protettorato la città potè mantenere la sua autonomia amministrativa per quasi un altro secolo, quando dopo una nuova guerra con Venezia gli Asburgo persero parte della loro influenza.
Inziò così una nuova decadenza, e, per secoli la città rimase un protettorato marginale. La fine della guerra dei 30 anni, e il grande incremento di territori in Italia, che questa diede agli Asburgo, portarono Carlo VI a mutare atteggiamento nei confronti della città: era indispensabile un porto sull'Adriatico per facilitare i collegamenti con i possedimenti italiani. Nel 1717 venne redatta una risoluzione in cui si sanciva la libera navigazione nell'Adriatico e, nel 1719 lo stesso Carlo VI dichiarò Trieste e Fiume porti franchi.Piazza della Legna oggi Goldoni Nel 1740 salì al trono Maria Teresa che, chiuso ogni rapporto con le superstiti strutture medievali, creò un stato amminisrativo molto centralizzato ma seppe anche valorizzare le peculiarità e le consuetudini locali. Concesse a Trieste immunità e franchige, istituì una borsa di commercio, una scuola nautica e cercò in ogni modo di incrementare le industrie. In breve la città divenne il primo emporio dell'Austria, la popolazione in sessant'anni triplicò, sorsero alcuni dei più bei edifici e prosperò fino all'invasione Napoleonica del 1797.
Il trattato di Campoformido restituì Trieste all'Austria e l'ascesa della città ricominciò quando nel 1850 il giovane imperatore Francesco Giuseppe I le diede uno statuto autonomo di città-provincia che conservò fino alla I guerra mondiale.
In questo periodo ebbero un grande incremento anche le comunicazioni e nacquero le grandi compagnie di assicurazione e navigazione.