di Pepi Cereda

La F.1 sta facendo una full-immersion di giapponese. Le due settimane intere nel paese del sol levante per le corse di Aida e Suzuka non sono però che la ciliegina sulla torta che diventa più grande anno dopo anno. Due G.P. quindi con quello del Pacifico fatto slittare a fine stagione per via del terremoto dello scorso gennaio a Kobe, come due sono i motori nipponici presenti: Yamaha sulla Tyrrell e Mugen-Honda sulla Ligier con ovvio seguito di tecnici spediti dalla casa madre. Tre i piloti con gli occhi a mandorla a Inoue e Katayama si è infatti aggiunto Aguri Suzuki che ha fatto una stagione a mezzo servizio con la Ligier. Innumerevoli sono poi i giornalisti e i fotografi che seguono tutte le gare. Una vera e propria comunità che s'ingrandisce con il passare del tempo. Le presenze che contano di più, almeno a livello economico, sono però quelli degli sponsor; in pratica non c'è squadra o pilota in F.1 che non abbia rapporti con aziende del sol levante. Si vanta la presenza più o meno discreta, fino ai limiti della Benetton e Tyrrell in cui la Mild and Seven è diventata lo sponsor principale. D'altra parte la F.1 non rappresenta certo un caso isolato visto che la stessa situazione di predominio, le industrie giapponesi, l'esercitano anche a livello mondiale in altri settori. Ma c'è anche un lato rosa della vicenda: le donne giapponesi infatti stanno avendo sempre più successo. Oltre ad Alesi c'è Salo che si è scelto una fidanzata orientale e chissà che non diventi una moda?

di Guido Schittone

Forse non riuscirà ad avere un motore buono nemmeno l'anno prossimo, ma la Minardi resta una delle migliori macchine della F. 1. Luca Badoer è 9&degree;, Lami ha perso il 10&degree; per un'ingenuità, ma entrambi hanno lottato con la Sauber che di cavalli ne ha cento in più. Sarebbe ora che anche in Italia dessero una mano a un team che poco ha da invidiare a Jordan e alla Ligier. Bene a Mika Salo, per la seconda volta a punti. Sempre regolare, sempre più bravo di Katayama. Forse non capirà molto di messa a punto, ma Mika è uno che va forte. Bravo finalmente ad Olivier Panis. Molto pulito, quinto al traguardo, positivo in un giorno fondamentale per la Ligier e per la Honda che portano a casa due punti importanti per il futuro. Male alla Footwork, che nel corso dell'anno è andata peggiorando di corsa in corsa. Con la nuova sospensione anteriore la vettura è diventata inguidabile. In prova si sono veduti i miracoli di Gianni Morbidelli per affibbiare due secondi al compagno Inoue. Poi la gara è durata troppo poco. Male a Mark Blundell che solo in corsa ha onorato il proprio nome con una rimonta dall'ultima posizione. In prova ha percorso un giro al venerdì e nemmeno uno al sabato, dopo un terribile botto, che da uno d'esperienza come lui, non ci saremmo mai aspettati. Male a chi credeva che Karl Wendlinger fosse ancora suonato dall'incidente di Montecarlo. Invece Karl è andato meglio di Buion. In corsa ha saputo girare discretamente, però Fretzen era ed è di un altro pianeta.

di Pepi Cereda

Grazie al successo di Schumacher ad Aida, sono diventati 326 i G.P. di F.1 vinti dalla Goodyear, una cifra che non dovrebbe giustificare alcuna festa se non fosse che, martedì 24, è stato il 30esimo; anniversario della prima vittoria di una monoposto con le gomme della casa americana in una corsa del campionato del mondo. Il pilota era Rici Ghinter che al volante di una Honda si aggiudicò il G.P. del Messico 1965. Da allora la Goodyear è diventata sempre più la regina incontrastata della categoria; dietro ci sono tutte le altre case di pneumatici: la Dunlop è seconda con 83 vittorie, la Michelin ne ha 59, la Firestone 49 e la Pirelli 45. Dal 1991, addirittura, la casa americana è rimasta senza concorrenza trovandosi così a lavorare di fatto in un regime di monopolio, permettendole di incrementare quindi, senza lottare, il suo già eccellente albo d'oro. La Goodyear può infatti vantare con quello di quest'anno 22 titoli iridati. La Dunlop è ancora seconda con 8, la Pirelli sale in terza posizione con 5, davanti alla Michelin con 4 e alla Firestone con 3. Ogni tanto si sente parlare di ritorni clamorosi ma è ancora presto per sapere cosa ci riserverà il futuro. Per ora tanti auguri Goodyear!

 
Gran Premi vinti
 
Titoli mondiali
Goodyear 326 Goodyear 22
Dunlop 83 Dunlop 8
Michelin 59 Pirelli 5
Firestone 49 Michelin 4
Pirelli 45 Firestone 3

Da "La Gazzetta dello Sport"

Lunedì 30 ottobre 1995

La Partenza in discesa del G.P. del Giappone è costata sia ad Alesi sia a Berger 10" secondi di penalizzazione. Per ovviare ad "inconvenienti" simili a quelli trovati sul tracciato di Suzuka, Benetton e Ligier hanno adottato una sorta di freno a mano, gestito elettronicamente tramite un pulsante, che già avevano usato in occasione del G.P. del Belgio dove la partenza avveniva, al contrario, in salita. Altri piloti, invece, come quelli di McLaren, Footwork e Jordan erano avvantaggiati dal fatto di avere due soli pedali (freno e acceleratore) e la frizione al volante. Il piede sinistro quindi rimaneva posato sul pedale del freno per tenere ferme le monoposto mentre le dita della mano gestivano la frizione. Un peccato che la piccola trovata della Benetton non sia stata adottata anche dalla Ferrari. (Ma cosa succederebbe se negli ultimissimi attimi prima della partenza, la pressione del pulsante per sbloccare questa "sorta di freno a mano" non funzionasse? - Per ragguagli su inconvenienti elettronici rivolgersi direttamente alla Ferrari!)


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