LA STAGIONE DI FORMULA 1 1996

di Stefano Sbarzagli


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La stagione di formula 1 del 1996, quarantasettesima stagione dal 1950, anno del primo campionato mondiale di formula 1, presenta numerosi cambiamenti nelle formazioni che si combatteranno sulle piste.

Come noto a tutti, sportivi e, volenti o nolenti, anche non sportivi, l'attuale campione del mondo, il ventisettenne tedesco di Kerpen Michael Schumacher è passato alla Ferrari, ove si troverà il pesante onere di riportare, in un tempo ragionevolmente breve, la squadra alla vittoria.

E' dal lontano 1979 (!!!) che la scuderia di Maranello non pone il suo nome nell'albo d'oro della massima formula, ed è per interrompere questo lungo lasso di tempo che il presidente, Luca Cordero di Montezemolo, concorde con "mamma" FIAT e con l'aiuto dei principali sponsor, ha deciso di investire una grossa somma di denaro (si è parlato di una somma compresa fra i 40 e i 70 miliardi di lire) per l'ingaggio del teutonico fuoriclasse.

Il vocabolo "investire" non è stato scelto a caso: il ritorno di immagine dell' accoppiata Schumacher-Ferrari, per non parlare dell'indubbio vantaggio in termini di tempo offerto dal pilota tedesco, assicurano l'ammortamento dell'enorme cifra impiegata.

A detta di tutti gli esperti, lo stile di guida di Michael determina un vantaggio in termini di tempo quantificabile tra il mezzo secondo e il secondo, ottenibile altrimenti solo con larghi investimenti nel campo della ricerca su motori,telai e carburanti.

Ma c'è di più: sin dalla prima apparizione a Maranello, il campione ha fatto notare di sè una meticolosità incredibile sul lavoro; significativa per esempio la prima uscita con la rossa, quando ha compiuto solo 17 giri del tracciato di Fiorano, ma in più di due ore.Ha infatti completato un giro alla volta, alternando la pista con fermate ai box per lunghe soste tese ad affinare sempre più la posizione di guida.Stesso metodo di lavoro in occasione delle prove sul circuito dell' Estoril a dicembre, quando l'attenzione era rivolta principalmente all'affidabilità del nuovo motore 10 cilindri e all'assetto della vettura.

E' tuttavia necessario spendere almeno altrettante parole per l'altro neo-acquisto della casa di Maranello:l'irlandese Eddie Irvine.

L'arrivo alla Ferrari di questo bravo conduttore è infatti passato in secondo piano nell'attenzione dei mass-media rispetto all'assunzione del compagno di squadra.Si tratta amio modo di vedere di un errore.Il nordirlandese ha finora dimostrato di possedere non solo classe e grinta, ma anche una buona dose di freddezza, necessaria per sopportare l'ingombrante figura di Schumacher.Ha infatti dimostrato tutte e tre queste qualità in questi due anni passati al fianco di Rubens Barrichello in Jordan, surclassando, specialmente durante il campionato '95, il brasiliano,che fino a quel momento sembrava, ed era per questo da tutti osannato, il successore di Senna.

Dal mio punto di vista, la scelta di Irvine operata dalla Ferrari ha costituito una buona scelta, a parte l'eventuale possibilità di scegliere un pilota italiano, che costituirebbe un grosso discorso a parte.Il pilota di Belfast si presenta infatti come il giusto complemento per il tedesco: questo è regolare nella guida, giunge sempre o quasi al traguardo (se la macchina glielo consente...),raramente concede qualcosa allo spettacolo nel vero senso della parola.Irvine invece promette non solo di andare veloce, ma anche di presentarsi come il degno successore se non di Villeneuve di sicuro di Mansell o di Alesi, e di entrare nel cuore dei tifosi ferraristi per le sue corse al cardiopalma.

Ma veniamo alle altre scuderie impegnate nel mondiale.

La Williams si presenta come la squadra dei "figli di papà": al confermato Damon Hill,figlio di Graham già campione del mondo, del quale possiamo oramai dire di conoscere pregi e difetti, viene affiancata la giovane sorpresa dell'automobilismo americano Jacques Villeneuve, campione in carica della serie Indycar a soli 24 anni. Questo ragazzo è nato automobilisticamente in Italia, disputando le prime gare a soli 16 anni nel campionato italiano turismo e poi passando tre anni nel campionato italiano di formula 3, non tuttavia con eccellenti risultati.

Anche alla luce di questo, il giovane Villeneuve, figlio come noto del mitico Gilles, rappresenta a mio modo di vedere un'incognita, in quanto il campionato Indycar è molto diverso rispetto alla formula 1,sia come vetture (anche se all'apparenza non sembra) che come stile di guida e tattica di gara.

Cosa dire della Benetton campione del mondo costruttori in carica? Questo team si presenta con una nota accoppiata di piloti, la ex ferrarista, che si propone come collaudata e teoricamente equilibrata. Ma è secondo me necessario proporsi una domanda:siamo sicuri che una convivenza cos prolungata di questi due galletti nello stesso, anche se diverso, pollaio, non si traduca alla fine in qualche dissapore? Qualche avvisaglia in questo senso la si è avuta in Ferrari, anche se forse più per motivi di mercato piloti che non per attriti reali.

In più: Berger ha raggiunto oramai una certa età: la competitività sarà la stessa anche la stagione ventura?

Veniamo dunque alla McLaren.Onestamente, l'interrogativo più pressante a proposito della squadra di Woking è se l'ottimo Hakkinen,confermatissimo da Ron Dennis, riuscirà ad essere pronto fisicamente per la prima gara stagionale dopo il terribile incidente in cui è incorso nella trasferta australiana, ultima della stagione scorsa.E ancora:anche se fisicamente a posto (e, è scontato, è già un'ottima cosa, considerata l'entità del crash), riuscirà psicologicamente a riportare la vettura al limite? il caso di Wendlinger (questa stagione abbandonerà la formula 1 per impegnarsi nel campionato tedesco turismo, la coppa ADAC) è recente ed emblematico.E per la verità le principali riviste del settore hanno cominciato la girandola di nomi di potenziali sostituti, che vede la (secondo me improbabile) candidatura di Prost (Basta con questi vecchi piloti! Largo ai giovani! NdA) affiancarsi a quelle dell'olandese Magnussen e, udite udite,del bravo italiano Gianni Morbidelli.Secondo pilota sarà lo scozzese David Coulthard,di provenienza Williams.

Infine la Jordan, il più valido degli outsider.Tuttavia, secondo me la squadra irlandese si presenta quest'anno al via con una coppia di piloti non proprio brillante, affiancando al seppur giovane Rubens Barrichello,confermato, l'"anziano" Martin Brundle di provenienza Ligier.

Concludo con un doveroso accenno agli altri piloti italiani: al momento attuale nessuno di essi risulta (sigh sigh) sotto contratto per una qualsivoglia scuderia.I più vicini alla firma sono tuttavia Vincenzo Sospiri,esordiente in formula 1, con destinazione Ligier, e il modenese di Roteglia Andrea Montermini, molto vicino alla Forti.


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