PLAYOFFS: ECCO A VOI LE MAGNIFICHE QUATTRO Ritratto di Paolo Barbieri

di Paolo Barbieri


Non temete, veniamo subito al tema promesso, ma non possiamo tralasciare almeno la cronaca dell' ennesimo misfatto Rai.

Dunque: domenica 13/4, ore 16.25. Due città "baskettofile", Bologna e Varese, e migliaia di altri appassionati sparsi un po' ovunque in Italia attendono il lancio della diretta del secondo tempo (i parametri di Maastricht vietano la trasmissione integrale perchè il rapporto fra minuti di basket ed ore di calcio non può superare il 3% e l' Italia, si sa, sta compiendo ogni sforzo per entrare da subito in Europa) del quarto di finale, gara4, Cagiva - Teamsystem.

Peccato che in contemporanea si disputi la Parigi-Roubaix, classicissima del ciclismo. Il contratto Rai-Lega Basket prevede che in caso di sovrapposizione degli eventi la precedenza vada al basket, con diretta degli ultimi 3 km della corsa. Ma nella stanza dei bottoni di Saxa Rubra qualcuno pensa che no, quel contratto non vale e quindi spazio all' intramontabile DeZan e alle sue urla belluine, mentre da Varese (partita spettacolo, avendola poi vista sulla rete locale che segue la Fortitudo) si apre qualche beffarda finestra in cui ora non si vede il punteggio, ora lo si vede parziale, ora manca l' audio.

Morale: a Roubaix vince un francese che io, appassionato di ciclismo, non ho mai sentito nominare e il cui successo mi ha emozionato quanto un libro di Bevilacqua, mentre la quota di basket settimanale scende a circa 3 minuti, gli ultimi inutili vomitati sullo schermo, quando la galoppata Fortitudo al termine di un match di straordinaria intensità era già stata colpevolmente ignorata. Ci mancano gli aggettivi per definire la Rai e il suo malnato posto in prima fila, speriamo li trovino i legali cui la Lega si rivolgerà nella causa intentata per (palese) inadempienza contrattuale; ho detto.

Dopo aver lanciato il quiz del secolo: Franco Lauro sa in che provincia è San Gregorio Magno ?, visto che ad ogni gara in tv della Mash ci inorridisce con 8 - 10 citazioni della città natale di Iuzzolino, sempre nella canonica forma per esteso "Mike Michele Iuzzolino, l' uomo di San Gregorio Magno" (ci considererà tutti fessi ?), e avergli fatto notare come nell' epoca del dilagare delle chat-lines erotiche la sua "linea dei sogni" (anche nella traduzione inglese, dream line: che cultura !) improbabile designazione dell' arco dei tre punti, sia piuttosto equivoca, dopo queste doverose formalità dicevasi, torniamo sulla terra ad occuparci di cose terrene (e non dell' altro mondo, Dio ci perdoni e perdoni Lauro, se lo ascolta e se può).

Il campionato ha eletto le sue quattro reginette, e siccome la scuola ci ha lasciato una lieve eredità filosofico-culturale ci concediamo un volo pindarico (in termini cestistici, una sorta di schiacciata alla MJ, ma in senso figurato) per rievocare Vico ed i suoi corsi e ricorsi, la chiave per capire la Storia, perchè in fotocopia all' anno passato sono in semifinale 1°, 2°, 3° e 5° della regular season, e di nuovo in gara1 ha tenuto il servizio (leggi vinto in casa) solo la 2°, mentre la sfavorita 5° ha violato il parquet regale. A Treviso sono concesse tutte le formalità scaramantiche del caso, visto che nella parodia della stagione pas- sata le toccherebbe l' ingrato ruolo della reginetta spodestata, allora la Buckler Bologna oggi Kinder; e nel turbinio di ruoli e passioni tocchi ferro anche la Kinder stessa, terza come fu Treviso l' anno scorso e dunque, a rigore, vittima sacrificale del banchetto Fortitudo, oramai abbonata alla piazza d' onore (la terza in serie) ed ansiosa di ribadire l' approdo ai più consoni lidi della finalissima.

Poichè, come sa chi conosce Eràclito, "è impossibile bagnarsi due volte nelle stesse acque dello stesso fiume" probabilmente il copione in parte cambierà, anche perchè la Benetton segata al Palaverde da Iuzzolino (l' uomo di San Gregorio Magno) & Co. era troppo brutta per essere vera, recupererà un Sekunda presentabile e Williams non giocherà sempre così.

Ora più che mai però la Benetton ha il fardello più pesante sulle sue spalle, deve vincere a Verona, dove è rocambolescamente passata in campionato, e non può concedersi altri passi falsi in casa. Resta l' impressione negativa suscitata dallo strano nervosismo che ha bloccato i due ex veronesi (Williams e Bonora) e lo spento Niccolai, unito però alla conferma, opportuno sottolinearlo ancora, della solidità dell' impianto-Mash, squadra quadrata che pur senza incantare non subisce mai clamorose imbarcate o black out, sa stringersi attorno al suo leader se questi è in serata di grazia e, importante, ha saputo vincere anche quando la sua miglior arma, il tiro da tre, si è inceppata: 3/20, col record di Keys, primatista statistico dei playoffs (72%, aaargh !) e 0/7 - no comment - al Palaverde.

L' altra semifinale, depurata della retorica che farcisce tutti i derby felsinei, ha regalato tecnicamente meno spunti. Hanno vinto i favoriti e lo hanno fatto in pratica senza Myers, trascinati da due occasionali protagonisti: Vescovi (che lo abbia spronato il nostro articolo ?) e McRae, concreto e non farfallone. La Teamsystem ha vinto giocando molto su reattività ed atletismo, con cui ha mascherato la vulnerabilità al tiro; la Kinder, giova ricordarlo, non usa Komazec, fisicamente non a posto e forse in rotta con squadra e società. E' il quinto derby in serie che arride alla ex Bolognadue, infelicissima definizione del Superbasket targato Cazzola, e gara2 di domenica può dav- vero essere decisiva: se la Bianchini-band sbanca il PalaDozza, chi toglie alle V nere lo strisciante complesso verso i cugini ?

I quarti di finale sono stati fatali alla Stefanel. Ultima citazione dotta, "chi di spada ferisce ...". I milanesi, che dal quinto posto dell' anno scorso spiccarono il volo verso il tricolore, si sono arresi proprio alla legge del quinto, superati da quella Verona che ne aveva ereditato il posto in griglia nei playoffs. Dan Peterson ha proposto Franco Marcelletti coach dell' anno (non sono d' accordo, voto tutta la vita Dodo Rusconi) ed in fondo, paradossalmente ha le sue ragioni; dico paradossalmente perchè Marcelletti ha preso il manico dei campioni d' Italia, detentori di coppa Italia, vicecampioni di Korac e non ha vinto nulla, uscendo per giunta nei quarti e perdendo il pass per l' Eurolega del 1998. Un titolo però non gli può sottrarre nessuno, l' Oscar della Sfiga. Ha perso Gentile quando era ad un passo da Treviso in campionato e baldanzosamente prima in Europa, spaventando tutti con un gioco vincente e spettacolare. Poi, con sistematica precisione, si è rotto Bowie nel barrage con Lubiana (ed è svanita l'Eurolega) e si è ammaccato Fucka, così non al meglio, contro Verona.

Eppure i meneghini hanno lottato come fiere, uscendo sconfitti di un solo punto, dopo una partita stregata, da gara4 sull' Adige. Con questi effettivi, questo Fucka e una guardia che non sia Spangaro la Stefanel (sfiga permettendo, s' intende) tornerà prepotentemente alla ribalta l' anno prossimo, anche perchè in pancaland ha pur sempre il grande Franco Marcelletti.

Probabile che non sarebbe cambiato molto, però va ricordato che in estate la Stefanel è stata ad un passo dal firmare Paolo Moretti ripudiato dalla Virtus, e solo per un lieve gap domanda-offerta ha preferito dirottare su Reggio ingaggiando Spangaro, ex grande rivelazione mostratosi del tutto inadeguato a calcare palcoscenici felpati. La carenza di un credibile alter-ego in back-court ha penalizzato su tutti Lupo Portaluppi, sgonfiato dal superlavoro impostogli dalla micidiale catena di infortuni e facile preda delle difese, liberate dalla minaccia di altri terminali fra gli esterni.

Ancora ai quarti si arrestano le corse di Cagiva e Telemarket, confermate nei ruoli di outsider ma di nuovo bocciate al confronto coi migliori. La Cagiva più che Roma può rammaricarsi, avendo visto svanire in casa il match point contro quella Fortitudo che aveva surclassato in gara3 a Bologna, però Myers e compagni hanno poi inventato due gare mostruose e dunque non c'è neppure spazio per eccessivi rimpianti. La Cagiva è squadra giovane che, se non smantellata e con opportuni accorgimenti può inserirsi a breve nell' èlite. I cardini devono essere Pozzecco e Meneghin (ma è vero che passa a Milano se Fucka sceglie la Nba ?); un Loncar più continuo e di maggior killer instinct e il Petruska di fine stagione sono proponibili anche a livello scudetto, mentre su Damiao grava l' incognita delle scelte Fortitudo, titolare del cartellino. Va però rifatta (anzi, fatta) la panchina perchè ai ritmi frenetici di oggi è velleitario proporsi ai vertici con 6-giocatori-6 (bene il rilancio del sesto uomo Morandotti) e qualche comparsa.

La Telemarket, pur trascinando la Kinder a gara5, non ci ha mai dato veramente la sensazione di potersi imporre, visti i rocamboleschi successi dopo affannose rincorse e le pesanti sconfitte (eccetto gara3) patite in Emilia. Era squadra più debole e lo ha confermato, ha dato la sensazione di un leggero passo indietro rispetto all' anno passato ma va ricordata la perdita di Sconochini solo in parte rintuzzata da Ancilotto. Roma continua a puntare su stranieri di livello medio (Henson, Thomas) - basso (Stokes, Lockhart), scelta penalizzante. Il ventilato ritorno di Hugo, travolto dalla stagione-no del Panathinaikos (approposito, è saltato Maljkovic !) sarebbe in teoria il punto di partenza per un rilancio in grande stile, ma restano le incognite legate alle scelte del patron Corbelli deluso dalla scarsa risposta del pubblico e dai problemi di gestione del PalaEur.

Nei quarti ha ceduto anche Cantù, comunque riaffacciatasi nel gotha dopo due anni di dura A2 e artefice della riscoperta di Thurl Bailey, già star NBA ritrovatosi in Brianza dopo un triste trascorso greco. Polti ha ambiziosi programmi di rilancio per una piazza storica che - giova ricordarlo - è seconda al solo Real Madrid come coppe europee vinte, ma deve risolvere la grana del palasport: poi, magari con Danilovic ci sarà da divertirsi.

PAOLO BARBIERI

Soluzione al quiz del secolo: Provincia di Salerno.
Prossimamente, edizione speciale: due articoli !

1) We are the champions, onore ai nuovi campioni d' Europa.

2) Perfette se ... come completare al meglio le nostre squadre di vertice per un rilancio europeo.

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