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Perché?


Questa unità d’apprendimento nasce in risposta ad una situazione concreta e problematica verificatasi quest’anno durante il tirocinio pratico in una prima, classe particolarmente turbolenta e indisciplinata.
L’irrequietezza dimostrata dai discenti non era certo il problema maggiore, l’aspetto più preoccupante era costituito dalla presenza di un gruppo di ripetenti che manifestava atteggiamenti aggressivi e intolleranti. La loro leadership era riconosciuta dalla restante parte della classe che ne condivideva anche l’odio per gli immigrati, rei di “occupare” la città. I loro discorsi, pressappochisti e pieni di pregiudizi, impensierivano molto il gruppo docente. Per contrastare il diffondersi di sentimenti xenofobi il Consiglio di Classe aveva promosso una serie di iniziative (conferenze tenute da mediatori culturali, progetti di educazione alla convivenza civile…), purtroppo con scarsi risultati.
In seguito a comportamenti violenti ai danni di coetanei stranieri, frequentanti lo stesso Istituto, la docente accogliente aveva deciso di anticipare un modulo intitolato “il rispetto della diversità”. Il lavoro era iniziato con la compilazione di una scheda, riguardante i più diffusi preconcetti contro i “diversi”.
Nonostante riconoscessi l’utilità di tale lavoro, avevo l’impressione che esso non cogliesse il nocciolo della questione.
Ho proposto io stessa una lezione incentrata sul tema della diversità, avendolo affrontato l’anno scorso all’interno del laboratorio di letteratura italiana. Ovviamente l’intervento è stato calibrato sugli obiettivi da raggiungere e sulla classe a cui era destinato.
Questa lezione viene presentata perché particolarmente indicativa del profondo cambiamento che sta interessando la realtà scolastica e delle nuove funzioni che il docente è chiamato ad esercitare.
La società si avvia ad assumere una dimensione marcatamente multiculturale (caratteristica ancor più evidente in una città di frontiera come Trieste). La convivenza quotidiana con abitudini, lingue e religioni diverse impone il ripensamento del rapporto con l’Altro. Ruolo della scuola, in questo frangente, diventa anche quello di fornire agli studenti utili strumenti per comprendere il valore della differenza.
A causa di un senso critico ancora immaturo, gli adolescenti si trovano disarmati di fronte ai pregiudizi che si diffondono in ambito familiare e sociale. Questi, anziché essere sottoposti ad un controllo razionale, vengono spesso sostanziati da un’adesione cieca ed impulsiva.
L’unità d’apprendimento vuole sottolineare l’utilità che la letteratura (non solo tradizionale, ma anche quella d’immigrazione) può svolgere nel promuovere una riflessione adeguata, fornendo elementi che aiutino a ridefinire il problema in questione.
L’impostazione del lavoro vuole evitare il più possibile la lezione cattedratica e frontale, per spingere gli studenti ad una gestione attiva delle informazioni e del materiale di lavoro. Essendo gli obiettivi perseguiti soprattutto di natura affettivo-comportamentale si è giudicato importante non fornire delle soluzioni preconfezionate, ma avviare nei discenti un procedimento di revisione autonomo delle personali convinzioni.