Il Belgio (scheda)

di Michele Radoslovich e Michele Clarot (Scuola Media Bergamas IIE)

POSIZIONE

centro-occidentale

CONFINI

a nord con i Paesi Bassi
a est con la Germania e il Lussemburgo
a sud e ad ovest con la Francia
a nord-ovest con il Mare del Nord.

SUPERFICIE

33.100 Kmq

ABITANTI

10.000.000

RELIGIONE

cattolica

MONETA

franco belga

LINGUA

vallone e fiammingo

ORDINAMENTO

monarchia costituzionale

TERRITORIO

IDROGRAFIA

CLIMA

AGRICOLTURA

INDUSTRIA

INDUSTRIA TURISTICA

ARTIGIANATO

STORIA ANTICHITA' E MEDIOEVO


TERRITORIO

Il Belgio è diviso in due zone: il Belgio basso, corrispondente alla pianura costiera che si estende fino al solco formato dai fiumi Sambre e Mosa; il Belgio alto, corrispondente ai rilievi delle Ardenne che hanno l'aspetto di un vasto altipiano poco elevato, inciso da profonde vallate.

IDROGRAFIA

I principali fiumi belgi sono la SCHELDA e la MOSA che nascono in Francia. Le Sambre e l'Ourthe sono i principali affluenti della Mosa.

CLIMA

Il clima è del tipi atlantico, con inverni non troppo rigidi, estati fresche e piogge regolari in tutto il corso dell'anno.

AGRICOLTURA

Quella belga è un' economia essenzialmente industriale e commerciale.  La quantità di territorio coltivabile e la sua produttività non soddisfano le esigenze del Paese. Infatti, mentre pascoli abbastanza estesi consentono un buon allevamento di bovini, la produzione dei campi è insufficiente. 
Il Paese sta dunque puntando, in misura sempre maggiore, sulle coltivazioni in serra, su culture pregiate o caratteristiche: primizie di frutta e verdure, luppolo, lino, ecc...

INDUSTRIA

Lo sviluppo industriale del Paese ha preso avvio, oltre che dalla disponibilità di capitali, dalla abbondanza di carbone (nel sottosuolo del Paese) e di materie prime (procurate con i traffici marittimi o prelevate dalle colonie).

Con l'imporsi dell'era del petrolio, il mercato belga del carbone è entrato in crisi e molte miniere hanno chiuso. L'industria nel suo complesso non ne ha però risentito: la produzione di acciaio e di altri metalli conserva un' importanza internazionale così come la produzione di materiale elettrico, ferroviario e di armi. L'industria chimica detiene autentici primati nella produzione di materiale fotografico, di acido solfidrico, di cobalto e di uranio.

INDUSTRIA TURISTICA

Pur non essendo di primaria importanza, è tutt' altro che trascurabile, sopratutto nei centri storici e artistici (Brugers, Bruxelles,Gand, Anversa),nelle cittadine caratteristiche (Biche, Malmèdy, Spa) e nei centri balneari della costa, particolarmente a Blankenberge, assai frequentata dagli Inglesi. Altri servizi internazionali sono effettuati per mezzo di aerei o di elicotteri.

ARTIGIANATO

La produzione dell'arazzo a mano, che si distingue in modo inconfondibile da quello confezionato a macchina, ha il passato più glorioso fra le varie manifestazioni artigianali belghe, e Bruxelles ne detiene il primato indiscusso. Anche la produzione di pizzi e merletti, di origine antica, è famosa e, dopo un  effimero successo della fabbricazione standardizzata, si è nuovamente affermata per la sua originalità: le ragazze in gruppi numerosi nelle loro case ritmano i movimenti delle mani e dei fusi cantando arie popolari. Oltre alla lavorazione di vestiario, sono ancora da segnalare l'arte della ceramica, della cristalleria e del vetro.

STORIA ANTICHITA' E MEDIOEVO

Le province che attualmente formano il Belgio presentano traccie di vita umana dall'età neolitica; al momento del loro ingresso nella storia erano occupate da popolazioni di origine celtica furono conquistate da Cesare (57 a.C.) e organizzate in provincia dell'impero romano sotto Augusto con il nome di Gallia belgica. IL processo di romanizzazione profondo dalla diffusione del cristianesimo, fu arrestato dalle invasioni germaniche dei Franchi, i quali nel VI secolo occuparono tutta la Gallia.

Dal VI al IX secolo i Paesi Bassi, come vennero chiamati i territori che attualmente costituiscono il Belgio e l'Olanda, subirono le sorti del regno franco dei Merovingi e dei Carolingi. Risale a Carlo Magno la suddivisione in contee e l'introduzione del feudalesimo. Nella spartizione (843) del regno dei Franchi tra i figli di Ludovico il Pio, il Paese fu diviso tra la Francia sulla quale regnava Carlo il Calvo e la Lotaringia dipendente da Lotario. Il graduale indebolimento della Lotaringia determinò accese rivalità tra Francia e Germania per il possesso di queste regioni dove si venivano affermando le ambizioni di indipendenza dei singoli feudatari. Nel XIII-XIV secolo l'intesa attività produttiva e commerciale favorì l'emancipazione dei centri rurali e cittadini, i quali realizzarono forme associative e di governo sempre più ampie; il progresso economico si accompagnò a quello sociale, culturale e artistico, sostenuto da un vivo desiderio di autonomia, che aiutò queste regioni a restare estranee alla guerra dei Cento anni combattuta fra

Inghilterra e Francia.

Quando Carlo V, abdicando al trono imperiale (1555-1556), lasciò al fratello Ferdinando i possessi d'Austria e al figlio Filippo II i possessi di Spagna, legò a quest'ultimo i Paesi Bassi. I contrasti provocati dalla diffusione del Protestantesimo calvinista e l'annessione alla corona spagnola furono la causa di avvenimenti gravissimi per la pace, la prosperità e infine anche per l'unità politica dei Paesi Bassi.

Nel 1795 il Belgio fu unito alla  Francia e col trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) l'Austria riconobbe l'annessione, ottenendo in cambio da Napoleone la repubblica di Venezia. Il regime francese (1795-1814) diede al Belgio una nuova suddivisione in dipartimenti, ponendo fine alle ultime forme di autonomia locale e feudale. Dopo la caduta di Napoleone, il congresso di Vienna decise di riunire nuovamente il Belgio e l'Olanda nel regno dei Paesi Bassi, sotto Guglielmo I d'Orange, allo scopo di creare  una "barriera" contro la Francia.


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