Anno 1912: i genitori di due gemelli, Paolo e Francesca, avevano vinto per la famiglia una crociera sul Titanic. Era sera e Paolo e Francesca stavano cenando assieme ai loro genitori nella sala da pranzo della nave. Paolo e Francesca stavano bisticciando, quando, ad un tratto, si sentì un boato e arrivò il capitano gridando che la nave si era scontrata con un iceberg e bisognava mettersi in salvo: "Prima le donne e i bambini!", gridavano tutti.
Alcune persone erano terrorizzate e i genitori di Francesca e Paolo cercavano di far camminare i bambini, ma loro non ne volevano sapere. Piangevano, e non capendo la gravità della situazione, gridavano: "Ha cominciato prima lui!", "No! Ha cominciato prima lei!". volevano tornare a prendere Francesca, ma la folla li costrinse ad andare avanti: non c'era più posto per le altre persone.
Certi si buttavano in acqua, altri pregavano per le loro famiglie, mentre la mamma, il papà e Paolo, se ne stavano lì, imbambolati a fissare le scialuppe, cercando di scorgere Francesca e sperando che almeno lei si salvi.
Non fu così: come il resto della famiglia, Francesca morì annegata dopo essere svenuta per essere stata calpestata dalla folla.
Le anime della madre e del padre andarono in cielo, mentre quelle di Paolo e Francesca restarono vaganti sulla Terra, per il litigio non risolto prima della loro morte.
Anno 2004: il fantasma di Paolo sta ancora vagando nel punto dove il Titanic era affondato, alla ricerca del corpo della sorella, sperando di trovare anche il suo spirito.
Francesca, invece, era ritornata nella sua città natale e aveva cercato l'appartamento in cui abitava e si era stanziata lì, con la stessa speranza del fratellino.
Negli anni trascorsi quell'appartamento era stato abitato da molte persone, tutte insospettite da strani pianti che reclamavano un fratellino sperduto.
Quando Camilla, una studentessa che cercava alloggio, entrò in quell'appartamento si sentì gelare: probabilmente disabitato da anni, era sporco, freddo, scarsamente illuminato e ultima cosa, ma non meno importante, tutte le pareti erano graffiate, anche nei punti più alti. Tuttavia, quell'appartamento, se fosse stato rimesso a nuovo sarebbe stato splendido. Camilla, quando lo comprò, fu sorpresa nel vedere il venditore fare salti di gioia.
Camilla era straniera, veniva dalla Germania, ma a Londra si era trovata subito bene, forse per la laurea in lingue. Alta, bionda, occhi azzurri, Camilla era una splendida ragazza anche per la disponibilità' per le altre persone.
Un giorno, Camilla, appena rincasata sentì:
uno, due, tre, vieni da me.

 

i fantasmi del titanic
di michela sabadin, matilde papa





Ti dirò un segreto, sta attenta, molto tetro, ma non aver paura, se troverai una cura per le mie sofferenze saremo felici e faremo le reverenze. Sorpresa, si guardò intorno: ma non c'era nessuno. Poi, ad un tratto, sentì un pianto terribile, come il gesso stridente della lavagna, e una bambina, che avrà avuto 5 o 6 anni, entrò nella stanza passando attraverso il muro: era trasparente, brutta perché gonfia in viso e con un vestitino piuttosto antiquato. Sussurrò di un fratellino, del Titanic, della mamma e del papà.
Camilla, paralizzata, non credeva ai suoi occhi: la fantasmina aveva pressappoco la sua età e chiese a Camilla: " Hai visto questo qui?"; indicandosi con il dito - sai è il mio gemellino- disse con aria triste. - Mi aiuti a ritrovarlo? - a Camilla si era fermato il fiato in gola e non riusciva a rispondere. la fantasmina si stava trasformando in un mostro terribile:- Allora mi aiuti a trovare il mio fratellino?!
Disse alzando sempre di più il tono della voce. Camilla, sempre più disperata gridò:-Sì! Ti aiuterò, ma dammi qualche indizio!-
La fantasmina cominciò a raccontare la sua storia e disse:- Non trovo la via per andare nel punto dell’ affondamento del Titanic!-.
Allora, Camilla, che aveva studiato molto a fondo la storia di quella nave, disse:- Io so dove si trova il relitto! Forse il tuo fratellino si trova lì!
Ho saputo che si possono fare delle visite guidate per esplorare il relitto. Se ti rendi invisibile e comunichiamo con il pensiero non dovremmo dare nell’ occhio.
Camilla cercò su internet il sito del Titanic dove c’era il numero da chiamare per prenotare la visita al relitto.
Quando ebbe prenotato la visita cominciò a preparare: muta, maschera, pinne, torcia e macchina fotografica subacquea, bombole di ossigeno e coraggio.
Il giorno dopo si recò nel porto di ritrovo, chiamando di tanto in tanto Francesca che la rispondeva telepaticamente.
Entrarono nel sommergibile, che cominciò ad andare al largo e dopo tre giorni si fermarono:- questo è il punto! Gridò il capitano!
Camilla si tuffò nel mare e cominciò a nuotare in profondità.-In quale sala eravate al momento della disgrazia?!- Eravamo nella sala principale, ma io mi sono persa in uno dei corridoi.
Pensò che Paolo sia andato nella sala di comando: a lui piacevano moltissimo quelle leve e tutti quei pulsanti si diressero nel punto indicato da Francesca e li trovarono il fantasmino che, alla vista della sorella, fece salti di gioia.
I due gemellini si dissero contemporaneamente:- Scusa!-.
Nel momento in cui si parlarono scomparirono e si sentì nell’aria la risata felice dei bambini.