LA DOLCE MELODIA

di Vincenzo Scarpa

Quando ero poco più che un bambino, vivevo in una piccola casetta circondata da una singolare valletta boscosa che nelle sue profondità si diceva avesse querce dalle nodosità grottesche e fiori con colori mai visti prima. Dicevo sempre a me stesso che un giorno avrei varcato le soglie di quel singolare boschetto, certo che in quel luogo misterioso avrei trovato le risposte alle mille domande che giorno dopo giorno continuavo a pormi.

Una sera, verso mezzanotte, quando la luna brilla alta nel cielo e le voci degli elfi risuonano nell'aria, venni destato da una soave melodia che al solo ascoltarla mi rese immensamente felice. Mi alzai dal letto e, dopo aver indossato un paio di comode scarpe da ginnastica e un pesante maglione di lana, aprii la finestra ed uscii all'aria aperta. Mi addentrai così nella foresta e vidi un bagliore di luce nel buio. Mi misi istintivamente a correre, facendo attenzione ai rami più bassi ed a qualsiasi cosa che potesse in qualche modo ferirmi.

Dopo una lunghissima scarpinata, raggiunsi il mio obiettivo. Nascosto dietro alcuni grossi tronchi, vidi uno spiazzo dove alcuni alberi erano stati abbattuti e il suolo livellato. C'era un gran fuoco nel mezzo, e delle torce erano assicurate agli alberi tutt'intorno; ma la cosa più bella da vedere, erano quelle strane creature vestite quasi tutte di verde che ballavano, mangiavano e suonavano flauti ed arpe ridendo allegramente.

Osservavo quelle meravigliose danze con le lacrime agli occhi, quando improvvisamente il rombo incessante di tuoni titanici sovrastò tutti gli altri rumori. Cominciò a piovere molto forte, le torce si spensero e le magiche creature scomparvero. Rimasi immobile a fissare i resti di quella straordinaria festicciola, incurante della fitta pioggia che mi bagnava i vestiti;

ero rimasto nuovamente solo.


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