GLI INCONTRI MUSICALI
DELL'UNIVERSITÀ DI TRIESTE


a cura di Elena Clescovich

Nell'ambito degli Incontri musicali dell'Università di Trieste organizzati in collaborazione con il Conservatorio Tartini, si sono svolti il 16 e il 30 maggio scorsi, presso l'Aula Magna della Scuola Superiore di Lingue moderne, i primi due dei tre concerti previsti dalla manifestazione: il primo dedicato alla liederistica, il secondo alla musica da camera per flauto e arpa.
La serata del 16 maggio ha avuto come protagoniste le cantanti Marianna Prizzon, Federica Sterle, e Karina Oganjan, accompagnate al piano alternativamente da Manuel Tomadin e Clara Cerini, due giovani pianisti che già in altre occasioni si sono dis tinti in campo musicale. In particolare Tomadin, che ha al suo attivo anche numerose esecuzioni al clavicembalo e all'organo, strumento in cui sta concludendo gli studi.
Marianna Prizzon, giovane cantante che ha perfezionato la propria formazione con molti maestri e cantanti di livello internazionale e ha tenuto vari concerti in Italia e all'estero, ha inaugurato la manifestazione con un'aria di Mozart, "Als Luise die Briefe ihres umgetreuen Liebhabers verbrannte" KV 520. La Prizzon, sempre accompagnata da Clara Cerini, ha eseguito poi il Lied di F. Schubert "An die Musik". Dotata di una voce morbida, sensuale ma non squillante, la giovane interprete è parsa molto adatta per i brani dall' andamento tranquillo, privo di forti contrasti drammatici, e caratterizzati da una melodiosità piacevole e dolce.
Il concerto è proseguito con l'esecuzione di Federica Sterle - accompagnata da Tomadin - già esibitasi come solista a Trieste ed in Regione. Visibilmente emozionata, ma padrona dei suoi mezzi vocali, la cantante ha interpretato due Lieder sc hubertiani, i celeberrimi "Lied der Mignon" e "Gretchen am Spinnrade", ponendone giustamente in risalto la tesa, sofferta atmosfera, anche grazie alla qualità della sua voce, corposa, scura, caratterizzata nei "forte" da una notevole potenza dinamica.
La seconda parte del concerto è stata ripresa da Marianna Prizzon - al pianoforte Clara Cerini - con due tra le più note romanze di Tosti, "Ideale" e "Vorrei", delle quali ha reso efficacemente le mielate e decadenti suggestion i fin de siècle e gli aerei arabeschi di "Nuit d'étoiles" di Debussy, brano che la cantante ha interpretato mettendone in risalto il particolare fascino evocativo.
All'esecuzione della Prizzon ha seguito quella di Karina Oganjan, di origine lettone, già diplomata in violino nella sua città natale e attualmente diplomanda in canto a Trieste, attiva in numerosi concerti come solista. In programma, 4 Lied er di S. Rachmaninoff, che la Oganjan, accompagnata da Tomadin, ha interpretato con grande presenza scenica e partecipazione fisica alla narrazione.
Negli ultimi due brani previsti, "Il raccolto del dolore", sempre di Rachmaninoff e "Zueignung" di R. Strauss, è tornata nuovamente in scena la Prizzon, riconfermando la sua predisposizione per i brani in cui il vibrare della passione è palpabile ma viene espresso con sobrietà e discrezione.
Il concerto è stato accolto con calorosi applausi da parte del numeroso pubblico presente.
Il secondo concerto si è svolto il 30 maggio, incentrato sulla produzione cameristica per duo di flauto ed arpa. In scena Nina Schnabl, (flauto) e Maria Gamboz, (arpa), allieve del Corso di Musica da Camera del M° Romolo Gessi.
Le due giovani strumentiste si sono conosciute a Trieste e qui hanno dato vita al loro sodalizio musicale. La Schnabl è di origine austriaca e ha compiuto i suoi studi a Klagenfurt, perfezionandosi poi in Carinzia e a Trieste. Ha al suo attivo un'i ntensa attività concertistica in Europa e collabora con l'orchestra Junge Philharmonie di Vienna e con l'orchestra sinfonica di Vi-lach.
Maria Gamboz ha studiato a Tokyo, perfezionandosi a Siena e Trieste. Ha quindi collaborato con diverse orchestre in Italia e Giappone.
Il programma comprendeva brani di Rossini, Donizetti e di autori stranieri contemporanei più o meno noti. L'esecuzione delle due concertiste ha dato l'impressione di un ottimo affiatamento. L'equilibrio tra i due strumenti è proceduto senza sbandamenti, mantenendo sempre vivo l'interesse dell' ascoltatore grazie alla produzione convinta di un suono sfaccettato e ricco di sfumature.
Tra i momenti più belli, la "Sonata in sol minore" di Donizetti, della quale la Schnabl ha posto in risalto la struggente e corposa cantabilità che l'arpa della Gamboz ha contribuito ad esaltare, differenziandosi nei timbri quasi ad i mitazione di un ripieno orchestrale. O i virtuosismi di "Entr'acte" del francese J. Ibert, che si apre con un vorticoso tempo di danza di sapore balcani-cheggiante in cui l'arpa si esibisce in un gioco di sonori intrecci geometrici e il flauto rica ma insistenti arabeschi - dove le due interpreti hanno dimostrato un ben riuscito accordo di intenti. Bene anche la "Serenade" op. 79 n. 10 dello statunitense Vincent Persichetti, in cui la mescolanza degli svariati elementi che compongono il part icolarissimo stile dell'autore, è stata resa con note-vole cura dei particolari espressivi e interpretativi. Pure interessante lo "Swing n. 1" del musicista francese vivente J. Bondon (scrisse gli Swing n.2 e n. 3 per altri strumenti) che at tinge a suggestioni jazzistiche riproponendole in modo personale. Da parte sia della Schnabl che della Gamboz è apparsa qui nuovamente evidente sia la padronanza tecnica che l'attenzione al valore musicale della partitura.
Molti gli applausi e lusinghieri i com menti in sala.
L'ultimo dei tre appuntamenti, fissato per il 19 giugno alle ore 20.30, stavolta nella Sala dell'Auditorium del Conservatorio, ha visto invece l'esecuzione di un concerto del Coro del Tartini diretto dal M° Coral.
In programma alcune fra le più celebri composizioni tratte dal repertorio corale barocco e ottocentesco: un Salmo di Monteverdi, l'oratorio "Jephte" di G. Carissimi, il "Kyrie" dalla "Petite Messe Solennelle" di G. Rossini e l'"Eia Mater" dallo "Stabat Mater" di A. Dvoràk. Il Coro del Tartini è composto da cinque elementi, allievi delle Scuole di Canto delle prof.sse Pecile, Fusco e Susovsky. L'esecuzione della parte organistica è stata affidata a Roberto Velasco, giovane e già affermato organista, mentre quella pianistica a Cristina Zonch, promettente allieva del Tartini.

 


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