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            degli spettacoli presentati nell’ ambito del Festival dell’
            Operetta 2001 è un classico della commedia musicale, La
            piccola bottega degli orrori, rappresentato in questi giorni
            di agosto presso la sala Tripcovich dopo 11 anni dalla sua
            precedente edizione al Teatro Cristallo, e come allora allestito e
            interpretato da La Compagnia della Rancia (vedi più sotto). 
            Lo spettacolo consiste in una nuova riedizione italiana del musical off-Broadway
            - ispirato al film omonimo (Little shop of horrors - vedi
            scheda) del 1960 scritto e diretto dal regista cult di film
            di exploitation Roger Corman - prodotto negli Stati Uniti e
            messo in scena la prima volta nel 1982 all’Orpheum Theatre di New
            York, con accattivanti musiche (che prevedono nell’organico
            strumentale un pianoforte, tastiere, una batteria, un basso e una
            chitarra) del compositore Alan
            Menken. 
            Quest’ultimo, classe 1949, è noto soprattutto per aver curato a
            partire dal 1989 - ricevendo ben 8 Premi Oscar e 6 Golden Globe,
            oltre a numerosi altri riconoscimenti - sigle e canzoni che fanno da
            sfondo a molti dei film prodotti dalla Disney. I testi de La
            piccola bottega degli orrori invece si devono all’inventività
            di Howard Ashman,
            commediografo che collaborò con Menken in tutte le sue
            realizzazioni ma la cui brillante carriera è stata prematuramente
            stroncata nel 1991 dall’AIDS. 
            Dal 1982 lo spettacolo ha avuto un enorme successo a da allora è
            stato rappresentato più di 2000 volte (per l’esattezza 2209)
            sulle scene americane ed europee. 
            Nel 1986 il film di Corman ha subìto un remake cinematografico da
            parte del regista Frank Oz (vedi
            scheda). In tale occasione le musiche vennero riviste da
            Menken e lievemente modificate, e il numero dei brani venne
            aumentato da 12 a 17. 
            La Bottega è stata introdotta in Italia nel 1988,
            opportunamente rivista, dalla Compagnia della Rancia (vedi
            sito), fondata nel 1983 a Tolentino Marche dall’attore e
            regista Saverio Marconi - che ora vi svolge mansioni di Direttore
            Artistico - e dall’attore, traduttore e paroliere Michele Renzullo.
            Il gruppo teatrale ha prodotto finora un gran numero di musical di
            successo in Italia e all’estero (lo scorso luglio ha presentato,
            sempre nell’ambito del Festival, la sua nuova edizione di “Grease”). 
            La rappresentazione allestita nel 1988 dal gruppo marchigiano ha
            avuto subito un successo strepitoso. In particolare la critica ha
            apprezzato la capacità di interpretare con spirito “latino” un
            prodotto teatrale tipico della cultura americana. 
            Lo spettacolo ha avuto 162 repliche tra il 1989-90 e il 1992-93, e
            vi hanno assistito 120.000 spettatori; tra l’altro si è meritato
            il Biglietto d’Oro 1989 alla Rassegna Taormina Arte. 
            La trama riprende in modo stravagante alcuni elementi più tipici
            degli sci-fiction di serie B che imperversavano negli anni
            ’50-’60: in breve, una pianta carnivora viene dallo spazio (e
            capita in una bottega di fioraio dei bassifondi newyorkesi - i
            cosiddetti Skid Row) per conquistare il pianeta Terra e
            sembra proprio riuscirci, anche a causa dell’indecisione del
            giovane commesso Seymour nell’impedire che ciò accada. 
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Il
      regista Saverio Marconi, nel proprio lavoro di adattamento ha ripreso in
      parte materiale del film di Corman e in parte le novità introdotte da Oz
      nel 1986, comunque conservando l’atmosfera anni ’60 che ha animato la
      commedia anche nella versione cinematografica più recente. 
      Quest’anno il musical viene ripreso dalla Compagnia in occasione del
      Festival dell’Operetta. Anche stavolta si è meritato un caloroso
      apprezzamento da parte del numeroso pubblico presente. 
      Due parole sugli attori e gli “artisti” dell’allestimento: (vedi
      foto dello spettacolo) 
      Manuel Frattini interpreta magistralmente la parte di Seymour,
      giovanotto imbranato, mingherlino e sensibile che sa però tirar fuori
      tutto il suo coraggio mettendo a tacere gli scrupoli di ordine morale,
      nella speranza di migliorare la sua vita e aiutare l’amata Audrey. Carlo
      Reali è un perfetto Mushnik, il datore di lavoro di Seymour,
      avido commerciante che pensa solo a far soldi. Nella parte della
      rassegnata e infelice Audrey, tipica donnina svampita tutta curve e
      poco cervello che rivela tuttavia grande bontà d’animo e sacrifica la
      propria vita per il bene di Seymour, troviamo la bravissima Rossana
      Casale. 
      Felice Casciano aggiunge pepe al proprio personaggio, il dentista
      sadico e decisamente antipatico - Orin Scrivello, manesco fidanzato
      di Audrey e antagonista di Seymour - caricandolo di un grintoso e comico
      sex-appeal. 
      Gli ottimi Luigi Masini e Benito Madonia danno corpo e
      vocione ad Audrey II, (vedi
      foto), la diabolica e spietata pianta aliena - realizzata da Rahul
      Bernardelli e Mario Cavani, adattata da Ada Borgiani -
      che con la sua ingombrante presenza sulla scena domina costantemente la
      situazione. Né la prepotenza di Scrivello né l’astuzia di Mushnik
      hanno alcun potere di fronte alla potenza distruttrice del vegetaloide
      che, si tratti di casualità o di inganno, se li mangia entrambi. Anche i
      buoni sentimenti di Seymour e Audrey finiscono inesorabilmente nella
      pancia del mostro. 
      Le vicende vengono commentate dagli interludi cantati - che forse avrebbe
      conservato maggior fascino se mantenuto nella lingua originale - del trio
      di ragazze “negre” di strada, Chiffon, Ronnette e Crystal,
      interpretate da Barbara Comi, Stella Rotondaro, Francesca
      Touré), che ricorda i gruppi rock femminili anni ’50, ma anche
      appare modellato sul coro delle antiche tragedie greche, mentre
      l’efficace gioco di luci proposto da Raffaele Perin e l’attento
      uso del colore (una sgargiante tonalità di rosso appare fin dall’inizio
      dello spettacolo e ne accompagna in modo inquietante i momenti clou)
      sia nei dettagli scenografici realizzati da Giancarlo Mancini che
      nei costumi di Zaira De Vincentiis sottolineano lo stato
      psicologico dei personaggi. 
      Belle le coreografie anni ’50 e ’60 di Fabrizio Angelini, che
      qui è anche coregista. 
       
      Della Bottega sul Web si parla molto, soprattutto in inglese. Il
      sito non-ufficiale, ma molto ricco di notizie e file MIDI delle canzoni,
      lo trovate all’URL 
      www.mindspring.com/~starhawk/LittleShop/
      . 
       
       
       
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