Il coinvolgimento maschile in gravidanza
di Claudia Mazzoni

Scoprire che la propria moglie o compagna è in attesa di un figlio, anche se l’evento è stato frutto di una programmazione, è, anche per il futuro padre, un avvenimento che coinvolge molto profondamente la sfera emotiva. A differenza della maternità, la paternità è un processo molto più lento, che ha bisogno di eventi visibili e di riconoscimenti sociali; all’inizio della gravidanza la realtà fisica del bambino che cresce e si sviluppa è sicuramente molto più immediata per la futura madre che per il padre, ma nel corso della gravidanza la consapevolezza maschile cresce e maturano gli stati d’animo connessi a questa nuova realtà.

Anche se sono riconoscibili livelli di coinvolgimento differenti da individuo a individuo, esistono dei comportamenti che si riscontrano comunemente nei futuri padri. . La psicoanalisi insegna che anche la paternità richiede un intenso lavoro di riorganizzazione psichica e che questa elaborazione avviene a livello di inconscio; ciò che differenzia il maschile dal femminile è la maggiore difficoltà ad esprimere i propri sentimenti, per cui per il futuro padre la chiave di lettura del suo pensiero è nel complesso dei suoi atteggiamenti, piuttosto in quello che dice.

Accade piuttosto frequentemente di trovarsi di fronte ad uomini che, a parole, vivono la gravidanza della propria moglie o compagna in maniera distaccata, come se il nascituro non fosse un loro problema, ma di fatto, assumono progressivamente un atteggiamento più protettivo, preoccupandosi della alimentazione, del riposo, degli esiti dei controlli di routine e sono frequentemente presenti ai controlli ostetrici.

Altri brontolano in continuazione, lamentano che dovranno guadagnare di più, fanno calcoli economici ,dicono che l’attuale automobile è troppo piccola, che muoversi con un bambino piccolo significa ogni volta traslocare e, ahimè, ora è necessario cambiare auto, alcuni pensano ad una casa più grande!

Questi atteggiamenti possono far sorridere, ma sono in realtà la prova che il maschile risulta molto più coinvolto di quanto si possa credere.

Un antropologo arrivò addirittura a coniare il termine “couvade” per descrivere la sintomatologia fisica , che alcuni uomini sperimentano quando le loro compagne sono incinte e al momento del parto.  In alcune tribù è considerato del tutto normale che gli uomini simulino un travaglio , ma non è tanto strano scoprire che anche tra noi ,alcuni uomini manifestino sintomi ,di minor entità, durante la gestazione delle loro compagne; questo sarebbe frutto di una forte identificazione con la propria compagna. Questi uomini sarebbero quelli emotivamente più coinvolti e più sensibili al momento del parto.

Un altro aspetto, legato al riconoscimento del ruolo maschile in gravidanza, è la indiscussa difficoltà a vivere accanto ad una donna incinta, soggetta, come è stato altrove descritto, a frequenti sbalzi di umore, bisogni di rassicurazione e sostegno emotivo. In questo compito di sostegno il coinvolgimento maschile assume un’importanza rilevante e la capacità di comprendere stati d’animo e di stare vicino alla propria compagna con molta dolcezza è fondamentale per il positivo evolversi della gravidanza.

Quando la coppia funziona come tale, durante la gestazione la comunicazione assume connotati del tutto particolari, dettati da una profondità ed intensità di pensieri ed emozioni, difficilmente riscontrabili in altri momenti; sentimenti ed emozioni di entrambi sono rivolti al bimbo che nascerà che viene immaginato, prefigurato. L’apertura al dialogo, lo scambio di sensazioni è un aspetto da non sottovalutare, ma anzi da avvalorare , in quanto consente di lasciar scorrere i propri pensieri ed i propri sentimenti che vengono elaborati insieme al compagno/a ed evitano così di rimanere chiusi dentro di sé, inespressi. L’ambiente diviene automaticamente più equilibrato, l’atmosfera che si respira è più serena , e l’attesa , così positivamente vissuta, diviene una solida base su cui poggiare e sviluppare un buon legame affettivo con il figlio che nascerà.

Spero di aver offerto alcuni spunti per invitare a riflettere su un aspetto del “processo gravidanza” che, a mio parere non è ancora adeguatamente trattato e , mi piacerebbe molto approfondire l’argomento lasciando la parola ai “padri in attesa”.

A questo proposito invito, chi lo desidera, a raccontare la propria esperienza di vita vissuta accanto alla propria moglie o compagna in attesa, alla mailing list………….a cui basta iscriversi cliccando il pulsante che troverete ai piedi di questa pagina 

La redazione di TSR e la sottoscritta ringraziano sentitamente chi vorrà offrire il suo preziosissimo contributo per sviluppare ed arricchire la trattazione.


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