INTERPELLANZA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

10 marzo 1997

Oggetto: Mancata concessione di asilo politico ed espulsione di minore

La sottoscritta consigliera di rifondazione comunista,

venuta a conoscenza dell'ultimo caso di espulsione di un gruppo di clandestini curdi, fermati in porto a Trieste lunedì 3 marzo, fra cui un minore di anni 17;

letto da quanto riportato dalla stampa, che il minore è stato bloccato in porto da una crisi epilettica e pertanto ricoverato, sotto stretta sorveglianza, all'ospedale di Cattinara;

che dalla stessa struttura sanitaria veniva dimesso con una cartella clinica che garantiva la possibilità per il minore di affrontare un viaggio in mare, consegnato alla polizia marittima e successivamente imbarcato, verso la Turchia, il giorno venerdì 7 marzo;

sottolineato altresì che, ancora una volta, le procedure di espulsione non hanno contemplato la presenza di un interprete;

osservato che la pratica vagliata dal Tribunale dei minori, così come previsto dalla legge vigente a garanzia di un rapido ricongiungimento con la famiglia, non ha riscontrato alcunché di anomalo, evidentemente ritenendo di poco conto le voci, riportate dai medici e da un rappresentante del Centro servizi immigrati, di segni di violenza sul corpo del minore precedenti all'arrivo a Trieste;

ricordato quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, recepita dall'ordinamento italiano, che stabilisce il diritto di richiesta di asilo;

rammentata la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989, ratificata dal Governo italiano con la legge n.176 dd. 27 maggio 1991;

vista la legge n. 39/1990;

INTERPELLA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

1) per sapere se non ritenga opportuno intervenire presso il Governo e i Ministri competenti affinché sia garantita, in generale, la corretta applicazione delle norme vigenti, anche sul territorio regionale;

2) affinché sia definita e precisata, l'extraterritorialità della zona "franca" del porto, visto che nel caso in questione, la stessa è stata estesa alla struttura sanitaria di Cattinara;

3) affinché, per quanto concerne i minori, sia assicurato un rapido ricongiungimento con le famiglie o, comunque, siano affidati ad appositi organismi di tutela, e le procedure di accertamento e di espulsione siano rigorosamente seguite e autorizzate dal Tribunale dei minori nel rispetto di tutte le norme nazionali ed internazionali vigenti.

ELENA GOBBI.

 


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