UNA PIAGA APERTA: IL DOPING

Gran polverone, quello sollevato dai mass media dopo Sidney, in merito all’uso di sostanze dopanti da parte degli atleti italiani. Gaffe inopportuna? Noi parliamo per noi, per gli altri non possiamo mettere la mano sul fuoco. I canottieri italiani non hanno mai fatto assunzione di sostanze dopanti, ed il D.T. azzurro ne ha data ampia conferma nelle conferenze stampa e nelle indispensabili tavole rotonde chiarificatrici di questi giorni. Un dubbio subdolo quello artificiosamente creato dalla stampa, forse per nascondere le malefatte di qualcuno, ed assemblare, in un unico calderone tutti. La risposta forte e chiara non si è fatta giustamente attendere, al fine di dissipare immediatamente ogni dubbio, per manifestare la piena coscienza di uno sport, il canottaggio, al di sopra di ogni sospetto.

Qui di seguito il comunicato stampa, quello ufficiale della Federazione, a firma Ufficio Stampa, nella persona di Lucia Vanicore, ed una breve relazione, tratta dal sito federale in merito all’Incontro-dibattito tenutosi a Roma:

PULITE LE MEDAGLIE DEL CANOTTAGGIO

Roma, 14 ottobre 2000

La Federazione Italiana Canottaggio, in merito a quanto pubblicato in prima pagina dal Corriere della Sera in data odierna, dichiara falso quanto riportato nell’articolo in merito ai valori anomali di GH riscontrati sull’atleta Agostino Abbagnale.

La FIC rifiuta e condanna l’uso degli atleti come mezzo di lotta politica che da diversi mesi si sta portando contro il CONI.

Il medico federale, prof. Antonio Spataro ha dichiarato: "E’ noto dai dati della letteratura scientifica, come un solo valore del livello ematico GH non è assolutamente sufficiente per prospettare un quadro diagnostico di disfunzione ormonale, o far sospettare il ricorso all’assunzione di sostanze dopanti, essendo tale livello influenzabile da numerosissimi fattori endogeni (assunzione di grandi quantità di carni rosse, ecc….) ed esogeni (allenamento intenso e di lunga durata).

Inoltre, a tutt’oggi non esistono valori normali di riferimento per soggetti di età tra i 20 ed i 35 anni, con notevole superficie corporea, sottoposti ad un allenamento giornaliero intenso e di lunga durata, come per i nostri ragazzi che sdi allenano circa sei ore al giorno. Ricordiamo che i nostri atleti sono molto alti e pesanti e, pertanto, non confrontabili con una popolazione di soggetti di media corporatura, che praticano un’attività motoria limitata.

I NOSTRI ATLETI NON HANNO MAI FATTO USO DI SOSTANZE PROIBITE. NESSUNO DI LORO E’ MAI RISULTATO POSITIVO AL TEST ANTIDOPING.

Desideriamo rammentare che la FIC è stata tra le prime Federazioni ad aderire alla campagna "Io non rischio la salute", fin dal 1997, e che nel mese di maggio 2000 ha collaborato ad una ricerca con la Commissione Scientifica Antidoping del CONI, con la quale gli atleti si sono sottoposti volontariamente ad una serie di prelievi in un periodo di due mesi proprio per la valutazione del profilo ematochimico ed ormonale durante il periodo preparatorio preolimpico.

Ufficio stampa FIC
Lucia Vanicore


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