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I primi gatti domestici apparvero in Egitto. Da
qui furono poi esportati in Europa e nel mondo, probabilmente da mercanti
viaggiatori, anche se molto ritengono che i Cinesi nel 1000 a.C. avevano
già addomesticato dei felini. Non esistono motivazioni per spiegare
perché in Europa si diffuse la razza a pelo corto mentre in Medio Oriente
quella a pelo lungo, mentre un’ulteriore razza, dal corpo agile e
flessuoso si sviluppò in Estremo Oriente. Pitture, sculture e mosaici
dell’antichità possono darci informazioni sulle caratteristiche di
molte razze. I gatti
egiziani avevano una pelliccia striata e picchiettata, simile a
quella del Gatto Selvatico Africano e del gatto della giungla che oggi
presentano differenze da un individuo all’altro.
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I primi gatti domestici apparvero in Egitto. Da
qui furono poi esportati in Europa e nel mondo, probabilmente da mercanti
viaggiatori, anche se molto ritengono che i Cinesi nel 1000 a.C. avevano
già addomesticato dei felini. Non esistono motivazioni per spiegare
perché in Europa si diffuse la razza a pelo corto mentre in Medio Oriente
quella a pelo lungo, mentre un’ulteriore razza, dal corpo agile e
flessuoso si sviluppò in Estremo Oriente. Pitture, sculture e mosaici
dell’antichità possono darci informazioni sulle caratteristiche di
molte razze. I gatti
egiziani avevano una pelliccia striata e picchiettata, simile a
quella del Gatto Selvatico Africano e del gatto della giungla che oggi
presentano differenze da un individuo all’altro.
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Sono animali sovente
tarchiati, ma l’artista li raffigura alti sulle zampe, con una lunga,
fine coda e grandi orecchie. Le rare opere della Grecia mostrano
un animale più agile. Sui mosaici della Roma antica e di Pompei
possiamo ammirare gatti striati o marmorizzati, cioè tigrati come il
Gatto Selvatico Europeo, carattere che pare trasmettersi più facilmente
di altri nelle varie generazioni. Nelle sculture e nelle miniature medievali
si trovano a volte dei piccoli animali che i riconoscono per gatti non
tanto per le fattezze ma perché catturano topi. Ma, durante il XVI
secolo, i pittori sanno rappresentare realisticamente i gatti in tutte le
tipiche situazioni domestiche. Leonardo da Vinci, tra gli studi
della Vergine e del Bambino, introduce quelli di un gatto; anche in
dipinti delle scuole Olandese e Fiamminga appaiono in ambienti
domestici dei gatti. Essi sono generalmente tigrati. Nei primi anni del
XVIII secolo, il naturalista Buffon avanzò una teoria secondo cui il
colore dei gatti era connesso col paese d’origine. Per esempio, i gatti
“blu”, detti certosini, provenivano dall’Africa del Sud. In realtà
sono molti coloro che affermano che il certosino provenga proprio da
quella regione. I gatti spagnoli erano spesso descritti come bianchi,
rossi e neri, mentre i siriani erano più chiari.
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Sarebbe errato voler attribuire un valore scientifico a
queste antiche teorie. Tuttavia i gatti a pelo lungo che apparvero in
Europa sul finire del XVI secolo sembrano provenire dal Medio Oriente;
comunque, attraverso le numerose peregrinazioni nel mondo a cui l’uomo a
costretto il gatto, e attraverso tutti i possibili incroci col gatto
selvatico, si è giunti oggi a un’estrema varietà di tipi e di colori,
che non ha più alcun rapporto con la geografia.
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