  
    
    
    capitolo 1 
     
      
    
    
    capitolo 2
      
    
    
    capitolo 3 
      
    
    
    capitolo 4 
      
    
    
    capitolo 5 
      
    capitolo 6 
      
    
    
    capitolo 7 
    
      
    capitolo 8 
    
      
    capitolo 9 
    
      
    filastrocca 
      
      
      
      
      
      
      
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    Berthon
     
    libri e misteri 
  
   
     
  
    Un tuffo in una 
    biblioteca medioevale 
                         | 
    
     
     Introduzione Nota Biblio-teche Triesterivista 
     
    
    Cari bambini, provate a 
    chiedere gli occhi... Tuffatevi nella profonda notte dei tempi, in un luogo 
    lontano, lontano: riemergendo, prendete fiato e prestate attenzione alla 
    storia fantastica che vi racconteremo. 
    
    Correva l'anno del Signore 1327, quando l'imperatore Ludovico scese in 
    Italia per ricostruire la dignità del Sacro Romano Impero. 
    
    Papa Clemente v aveva trasferito la sede apostolica ad Avignone, lasciando 
    Roma ai signori locali e facendo sì che in poco tempo diventasse teatro di 
    lotte, violenze e saccheggi. 
    
    In questo clima rovente aveva passato l'inverno il nostro giovane 
    protagonista. Berthon, per l'appunto, era un ragazzo straordinario: 
    simpatico, vivace, intelligente e soprattutto biondo come un campo di grano 
    maturo. 
    Viveva 
    con i suoi genitori, ma all'epoca dei fatti la sua irruenza aveva superato 
    ogni limite di umana sopportazione: una sera aveva cucito i pantaloni del 
    padre alle gambe della sedia, impedendogli di alzarsi alla fine della cena; 
    il giorno del suo compleanno aveva guarnito la torta con una pasta “lavadenti”, che i posteri avrebbero chiamato dentifricio, facendo 
    svenire la mamma davanti agli ospiti per la vergogna. E, come se non 
    bastasse, oltre che discolo, Berthon era anche uno studente svogliato, tanto 
    che aveva portato a casa una pagella disastrosa meritandosi la bocciatura. 
    - Bisogna trovare una soluzione - disse una mattina la mamma presa dalla 
    disperazione - Guarda le mie pantofole sul tappetino!, scommetto che sono 
    piene di marmellata o di qualche altro pasticcio disgustoso...fai qualcosa 
    tu, che sei suo padre! 
    Il papà era molto preoccupato perché sapeva che era difficile cambiare le 
    abitudini di Berthon, ma, trovando un piccolo esercito di ragni nella sua 
    tunica da notte, alla fine esclamò: 
    - Hai ragione tu, bisogna trovare una soluzione! 
    Si tolse quindi la vestaglia e si mise a sedere sul letto, poi si distese e 
    si tirò la coperta fin sul naso per concentrarsi meglio. 
    - Ho trovato! Il monastero di Cluny, diretto dall'abate Echus, dove vivono 
    in piena letizia tanti monaci! 
    - Non starai mica scherzando! Con il suo carattere estroverso, sarebbe come 
    seppellire nostro figlio vivo! - rispose affranta la mamma. 
    - No, il monastero di Cluny è come una grande famiglia, l'abate Echus è 
    molto in gamba e certamente capisce questi giovani d'oggi. Gli anziani sono 
    chiamati affettuosamente nonni ed i discepoli come Berthon, fratelli. Tutti 
    possono entrare a far parte della comunità: il servo e il libero, il Goto e 
    il Romano, purché si impegnino con voto solenne sottoscritto, deposto 
    sull'altare e conservato nell'archivio del monastero. 
    Il ritmo della sua giornata – proseguì il padre - sarà scandito dalle 
    preghiere, celebrate notte e giorno insieme a tutti i monaci, alle ore 
    stabilite. E poiché l'ozio è nemico dell'anima, il nostro bambino si 
    occuperà anche di lavori manuali e leggerà le divine scritture. 
    - Mio Dio! Pregare, leggere, lavorare: il mio piccolo ne morirà!- ribatté la 
    madre angosciata. 
    - No, 
    moglie mia, i monaci lavorano e stanno allegri, vedrai che gli farà bene.  |